Vedendo le operazioni di mercato delle varie società il dato più evidente è la mancanza di fondi delle nostre società.
La tendenza maggiore è quella di fare cassa vendendo i propri talenti al miglior offerente, non importa l’età del giocatore, il buco che si può creare nella rosa, il danno che si può apportare ad un’intera tifoseria o alle ambizioni della squadra, la cosa fondamentale è incassare il più possibile reinvestendo una sola parte di ciò che si è riusciti ad ottenere.
Le squadre più importanti del panorama italico hanno intrapreso da anni questa strada, poco importa se gli introiti dalle Pay Tv sono aumentati a dismisura, non conta neanche il fatto che gli stadi pian pianino (ed inspiegabilmente) siano tornati a riempirsi, i soldi non bastano mai.
Coloro che sono venuti ad investire in Italia sembra l’abbiano fatto obtorto collo, portati qui soltanto per tenere a galla realtà che altrimenti sarebbero sprofondate sotto il peso dei loro enormi debiti.
Non sono certo venuti qui con l’intento di dominare, investire, realizzare opere magnifiche come nuovi stadi, strutture avveniristiche, acquistare giocatori di fama e portare il proprio team in cima al mondo!
Da queste parti non si sono visti gli investimenti ormai all’ordine del giorno avvenuti in Francia e soprattutto in Inghilterra. Non abbiamo mai visto una squadra passare di proprietà e trasformarsi in pochi anni da brutto anatroccolo (come il Chelsea, il Man City o adesso anche il Newcastle) a cigno. Nessuno è venuto con l’intento di immettere con forza capitali realizzando un qualcosa di veramente importante, con lo scopo ultimo di primeggiare nel mondo.
Mbappé, Haaland & co sono per noi ormai una mera e pia illusione, qui ci si esalta per gli scarti degli scarti ormai o per giovanotti che, qualora dovessero rivelarsi dei crack, finirebbero subito per diventare (come si diceva all’inizio) merce per creare un plusvalore.
La domanda che bisognerebbe porsi è: come siamo arrivati a questo punto? Cosa ci ha trasformato negli anni a tal punto da diventare piano piano un campionato di seconda fascia a livello europeo?
Le domande che Gravina & co dovrebbero porsi ogni giorno sembrano destinate a rimanere sospese nel vuoto mentre l’intero movimento continua imperterrito a marciare nella direzione sbagliata rimanendo alla mercé di realtà ben più forti (non ultima quella araba) che vengono in Italia a fare spesa impoverendo sempre di più il nostro campionato.