La Premier League è sempre un campionato in cui il romanticismo rimane presente, anche in un mare di petrodollari. In pochi infatti qualche anno fa avrebbero scommesso di vedere una squadra spaccata in due fino alle sue radici storiche, volare così in alto ed inserirsi senza demeritare nell’Olimpo delle zone alte della classifica con Liverpool, Manchester City e Chelsea.
Stiamo parlando del West Ham di David Moyes.
Dal rischio Championship alla lotta per un posto in Champions League
Nel giro di cinque anni si è passati infatti dal rischio retrocessione, ad un quarto posto attuale a otto lunghezze dalla capolista Chelsea e con scalpi di prestigio ottenuti in stagione, con le vittorie interne contro Tottenham e Liverpool.
Cosa è cambiato dunque in casa “Claret & Blue” in questo quinquennio?
Il principale elemento destabilizzante è stato l’abbandono di Boleyn Ground, lo stadio ultracentenario e luogo di culto in zona Upton Park. Famoso non solo per le epiche e violente sfide contro gli odiati rivali del Millwall, ma vero e proprio pezzo di storia del club dato che le sue caratteristiche torri hanno fatto parte anche del badge del club, insieme agli immancabili martelli, simbolo del club che ha dato vita al West Ham , ovvero il Thames Ironworks F.C, club fondato a Londra Est nel 1895 da operai di un cantiere navale.
Nel calcio inglese, in particolar modo a Londra, lo stadio non è solo un punto di aggregazione, ma il simbolo stesso di appartenenza alla comunità locale, e lo spostamento da Upton Park a Stratford, nello stadio Olimpico costruito in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, ha magari ripulito il West Ham dall’immagine violenta figlia delle sue frange più estreme come quella dell’Inter City Firm (ICF), ma ha anche cancellato una pagina storico-popolare che i tifosi hanno mal digerito.
Dal brillante settimo posto ottenuto con un ex giocatore del club in panchina, ovvero il croato Slaven Bilic, ad un crollo vertiginoso che ha portato nel 2017 all’esonero dell’ex difensore, dopo un pesante tonfo interno con il Liverpool. Gli spalti vuoti del nuovo stadio hanno sicuramente influito nell’ampliare questa crisi di risultati, dato che dal calore di Upton Park, dove Di Canio, Diamanti, Tevez nel corso degli anni sono riusciti ad emozionare e letteralmente lanciarsi nelle braccia dei propri tifosi, si è passati a spalti lontani dal campo di gioco, dove spesso e volentieri il rumore più ascoltato sono stati i fischi.
L’impresa di Moyes, l’abbandono e il ritorno in panchina
Riuscire a mantenere la categoria per gli Hammers a questo punto era una missione difficilissima, e la scelta del nuovo manager è ricaduta su un uomo che conosce molto bene il calcio inglese, ma che nelle sue ultime esperienze, in particolare con il Manchester United e con il Sunderland, non aveva lasciato il segno: lo scozzese David Moyes. Sebbene le premesse fossero terribili, Moyes è riuscito nell’impresa di salvare il West Ham, risultato che non gli è valsa la riconferma per la stagione successiva.
La dirigenza voleva infatti dare un tocco “esotico”, ed ha riportato in Premier League il cileno Manuel Pellegrini, ex tecnico di Real Madrid e Manchester City. Il feeling sia con la squadra che con la tifoseria non è mai sbocciato, e così saggiamente Gold and co. sono ritornati sui loro passi, richiamando all’ovile Moyes.
È questa la vera prima mossa che cambia il corso dei precedenti anni di sofferenza, dato che gli Hammers cominciano ad inanellare risultati preziosi e a togliersi dalle sabbie mobili della bassa classifica che avevano caratterizzato gli anni precedenti.
La molla che scatta contro il Tottenham
Esiste un match in particolare che esprime l’essenza dello spirito indomito di questa squadra, che anche quando sembra con le spalle al muro riesce a rialzarsi: 18 Ottobre 2020, Tottenham Stadium. Gli Spurs riescono a portarsi rapidamente avanti nel punteggio, che al 16’ recita 3-0 e sembrano in pieno controllo del match anche nel secondo tempo, ma quando tutto sembra già scritto negli ultimi dieci minuti dell’incontro avviene l’impensabile; gli ospiti prima accorciano , poi beneficiano di uno sfortunato autogol ed all’ultimo assalto trovano il pari con una prodezza del neo entrato Lanzini. Si tratta si di un solo punto, ma che arriva in un derby sentitissimo e quando tutto sembrava veramente perso. È la scintilla che serve a fare letteralmente esplodere il potenziale della squadra, che a fine stagione riuscirà a qualificarsi meritatamente per l’Europa League.
I volti nuovi e i veterani degli Hammers
Artefici principali della rinascita del club londinese sono due giocatori venuti dall’Est, precisamente dalla Repubblica Ceca. Il primo è un difensore esterno con licenza di spingere sulla fascia, l’altro un centrocampista di incredibile intelligenza tattica con grandi capacità di inserimento sulle palle da fermo: stiamo parlando rispettivamente di Vladimir Coufal e Tomas Soucek. Se a questi due si aggiungono un blocco solido di giocatori “Breed” in Inghilterra come Declan Rice, Aaron Cresswell ed il centravanti giamaicano Michael Antonio, le ricette per un successo costruito con base low cost sono pronte ad essere sfornate.
Ed è per questo che anche da Stratford ora si levano in alto le bolle nel cielo, sempre e rigorosamente sulle note di “I am forever blowing bubbles”.
A cura di Davide Sorbera