Giunta alle
Final Eight di
Coppa Italia da Cenerentola,
Tortona (rileggi l’articolo del 2.11 con la nostra previsione azzeccata) invece di tornare a casa poco prima della mezzanotte sorprende tutti e resta fino alla fine della festa. Marco Ramondino è il coach che ha reso possibile un qualcosa di impensabile a inizio stagione e forse nemmeno all’inizio della sua avventura sulla panchina piemontese.
Gli “antagonisti” di questa favola, che poi di antagonismo hanno solo una canotta differente e la voglia di vincere la partita come ogni atleta che si rispetti, sono le altre sette squadre che partecipano alle Final Eight di Coppa Italia.
Gli anni nelle serie minori
Tortona nella stagione scorsa fu in grado di compiere una grandissima impresa quando vinse i playoff di A2 contro Torino al termine di una battaglia infinita che giunse all’epilogo soltanto in gara 5. Per la prima volta della sua storia la squadra di coach Ramondino raggiunge la Serie A1. E pensare che nel 2008-2009 vinceva la Serie C e nel 2014 saliva in A2.
A testa alta nella finale di Coppa Italia
I tifosi della squadra della provincia di Alessandria non avrebbero mai potuto pensare che un giorno avrebbero potuto vedere la formazione piemontese sfidare e superare i Campioni d’Italia in carica della Virtus Bologna, ricca di giocatori di altissimo livello, e giungere in finale di Coppa Italia reggendo contro l’Olimpia Milano, altra grandissima squadra piena di risorse e di gran lunga superiore sulla carta a qualsiasi altra compagine di A1, per quasi tre quarti. Il risultato ha visto i lombardi vincere ma oltre ai complimenti per i biancorossi l’Italia intera del basket ha speso parole di elogio per la straordinaria avventura di Tortona. La prima vittima è Trieste, città che vive di basket e che sta giocando una stagione spettacolare ma che saluta la Coppa Italia dopo i quarti di finale vinti dai piemontesi 94-82. In semifinale c’è la Virtus Bologna che viene demolita sul piano del gioco e della difesa dalla Cenerentola del torneo con il risultato di 94-82. Nell’ultimo atto il Tortona sfida Milano ma qui l’esperienza di Ettore Messina e la bravura degli atleti di caratura come Delenay, Hines, Rodriguez, Melli e Datome non lascia scampo a nessuno e trionfa 78-61. Applausi ai vincitori ma ancor di più agli sfidanti.
Coach Ramondini e i suoi time-out
Nei momenti delicati gli allenatori chiamano i time-out per suonare la sveglia e sperare di vedere un cambio nell’economia del risultato della gara. I time-out di Ramondini hanno fatto sorridere anche i giocatori seduti in panchina perché il coach avellinese ha avuto la brillante idea di rivolgersi agli americani in dialetto campano come accaduto a J.P. Macura che dopo un avvio disastroso si è sentito dire: “Sí capac è fà sul? O t serv à badante?” (Sei capace di farcela da solo? O ti serve la badante?). Il messaggio è stato sicuramente recepito perché dopo la strigliata verbale Macura ha segnato 18 punti e nelle gare successive è stato sempre importante per la causa di Tortona.
Ariel Filloy cuore e anima
Terza finale di Coppa Italia consecutiva per l’italo-argentino nato a Cordoba ma naturalizzato italiano che ha anche vestito la maglia della nostra nazionale in passato. Nel 2019-20 vinse il trofeo con Venezia, l’anno scorso arrivò in finale giocando con la casacca di Pesaro e nell’edizione appena conclusasi ha dato il suo contributo.
Mike Daum “The Dauminator”
Per lo statunitense è arrivato il premio come miglior giocatore offensivo della Coppa Italia a testimoniare come il successo della squadra non sia frutto del caso o della fortuna ma di un lavoro preciso di un gruppo.
I tifosi di Tortona possono sicuramente sognare in grande perché oltre alla concretezza dimostrata sul parquet, la squadra è supportata da una guida societaria solida e valida.