Temperature basse, colpo d’occhio sulle alpi e prime nevi che imbiancano il Monviso, dove il Po nasce e, qualche decina di chilometri più in basso, a circa 400m sul livello del mare, incontra Torino, la capitale sabauda.
Dopo aver bevuto un bicerin in un baretto di Piazza Vittorio Veneto, che più che Italiano, sembra un bar francese, e con due gianduiotti in tasca, dovrei essere pronto ad affrontare il freddo novembre che sta per cominciare.
Ma forse non avrò bisogno di tutto questo per scaldarmi. Dopotutto.
È dal lontano 2006, con nientemeno che le Olimpiadi Invernali, che Torino non ospitava un evento sportivo di questa portata. Dal 14 al 21 Novembre al Palalpitour gli occhi del Mondo saranno tutti sulla città dei Savoia, che ospiterà le Nitto ATP Finals fino al 2025, oltre che dividersi con Madrid e Innsbruck le fasi finali della Davis Cup di quest’anno, dal 25 novembre al 5 dicembre 2021.
Insomma, Torino sarà per una settimana la vetrina del tennis mondiale, con i migliori 8 giocatori del ranking – escluso Rafa Nadal per infortunio – che si daranno battaglia in due gironi da 4, dove i primi due di ogni gruppo si guadagneranno l’accesso alle semifinali. Alla fine delle contese, l’unico giocatore rimasto imbattuto conquisterà 1500 punti Atp. Formula identica per i doppi, di cui c’è da segnalare la corsa per la qualificazione del “nostro” Bolelli, in coppia con l’argentino Gonzalez, unico italiano ancora in corsa.
E sarà perciò una settimana di fuoco anche per Matteo Berrettini, che nonostante la sconfitta maturata troppo facilmente contro Fritz a Indian Wells, ha mantenuto saldo il 6o posto nella Race ma soprattutto si è praticamente già qualificato per la seconda volta alle Finals, primo Italiano nella storia. Solo Adriano Panatta e Corrado Barazzutti riuscirono a staccare il biglietto prima di lui, ma solamente una volta in carriera.
Dopo il Master mille di Parigi-Bercy, sarà sicuramente un’ottima occasione per provare a far bene, con il bonus del pubblico di casa.
Molto più difficile invece il sogno di vederne due di Italiani, perché il forfait di Sinner ad Indian Wells – ironia della sorte – sempre ad opera dell’americano Fritz, rischia di pesare ben di più sull’economia del ranking dell’altoatesino : proprio l’inglese Norrie lo aveva sorpassato, grazie alla vittoria del Torneo e di conseguenza complicando la corsa per gli ultimi due slot disponibili. La vittoria del 250 di Anversa arride però al 20enne di San Candido che vince il quarto titolo dell’anno (primo italiano di sempre a riuscirci) e soprattutto si regala un 11o posto ATP, Best Ranking in carriera.
Davanti a lui Ruud a quota 3015 punti, e Hurkacz a 2955. Con attualmente 2845 Punti, Sinner supera proprio Norrie, che viaggia a quota 2795. A tallonare l’italiano troviamo poi Auger-Aliassime a 2330 e Karatsev a 2280. Già qualificati invece Djokovic, Medvedev, Tsitsipas, Zverev e Rublev.
Diventeranno decisivi i prossimi tornei : l’atp 500 di Vienna, il Master 1000 di Parigi-Bercy e l’open di Stoccolma. Da non dimenticare che Sinner parteciperà alle NextGen Finals a Milano, nella settimana direttamente precedente alle Finals.
Gli occhi di tutti sono però inevitabilmente puntati su Djokovic : vedremo il serbo affiancare il record di 6 vittorie delle Finals sin qui accumulate da Federer? Il serbo arriva da un finale amaro di stagione, con la finale degli US Open scivolata via velocemente contro un Medvedev troppo bello per essere vero, complice però una mal celata stanchezza, non solo fisica, da parte dell’attuale numero 1 al mondo.
L’impressione è di aver visto, forse per la prima volta in carriera, un Djokovic fragile psicologicamente, arrendevole, più umano.
È venuta a mancare la consueta “maschera” impassibile del robot spara palle che tutti abbiamo imparato a conoscere, che macina il malcapitato di turno inarrestabilmente, punto dopo punto, colpo su colpo. La partita si è conclusa in tre set, complice una difficoltà sempre crescente del numero 1 di Belgrado nel rispondere , anche psicologicamente, ai colpi vincenti del russo. Uno spettacolo di fronte al quale tanti amanti del tennis, tifosi del Joker o meno, sono rimasti sostanzialmente scioccati, nonostante questa fosse la 5 finale giocata di quest’anno, e l’unica persa.
Resta da scoprire se il mancato Grande Slam fornirà al serbo il carburante giusto per conquistare il quinto torneo stagionale e se ritroverà la fiducia necessaria in tempo per gli US Open di gennaio 2022, verosimilmente reale obbiettivo del serbo. In tal modo potrebbe superare due dei Big Three in un colpo solo ed entrare, di diritto, nell’olimpo del tennis mondiale. Su di lui incombe però l’imminente decisione del Comitato Australiano, dato che probabilmente l’accesso senza preventiva quarantena di 15 giorni sarà riservato solo ai tennisti vaccinati. Djokovic non ha dichiarato se sia vaccinato o meno, preferendo di mantenere il riserbo sulla questione, aggiungendo non senza vene polemiche ” Non voglio partecipare a una guerra che stanno fomentando i media”.
A Torino, a novembre e nonostante il freddo e la nebbia, saranno fuoco e fiamme.