Claudio Ranieri detto Er fettina, così lo avevano soprannominato a Roma durante le sue due esperienze giallorosse (a volte in modo scherzoso, ricordando le origini testaccine e la macelleria del padre, a volte in modo dispregiativo, ci vuole poco, nella capitale, a trasformare un vezzeggiativo in dispregiativo) da poco 70enne sta vivendo l’ennesima avventura britannica alla guida del Watford.
Claudio Ranieri da qualche anno però non è più soltanto “er fettina” e viene visto, nel mondo, in ben altro modo in virtù di un capolavoro, riuscito pochi anni fa alla guida del Leicester, che l’ha portato alla ribalta nell’olimpo del calcio.
Più probabile lo sbarco degli alieni che la vittoria del campionato del Leicester
Oggi è Sir Claudio Ranieri.
L’entità dell’impresa realizzata lo pone, agli occhi di chi scrive, quasi al livello di uno dei più grandi personaggi della storia del calcio Bryan Clough, l’eccentrico allenatore inglese ritenuto da molti il più grande tecnico di sempre, capace di portare il Nottingham Forrest in Premier League e di vincere l’anno seguente il campionato e, a seguire, due Coppe dei Campioni consecutive.
L’entità dell’impresa realizzata lo pone, agli occhi di chi scrive, quasi al livello di uno dei più grandi personaggi della storia del calcio Bryan Clough, l’eccentrico allenatore inglese ritenuto da molti il più grande tecnico di sempre, capace di portare il Nottingham Forrest in Premier League e di vincere l’anno seguente il campionato e, a seguire, due Coppe dei Campioni consecutive.
D’accordo, forse queste imprese pongono l’inglese su un piedistallo inarrivabile ma, ciò che è riuscito a compiere il “nostro” è qualcosa che va veramente al di là di ogni immaginazione, basti pensare che la vittoria del campionato da parte del Leicester era quotata 5000:1 e ritenuta meno probabile dello sbarco degli alieni.
Quello che fai oggi, domani è già un ricordo ma alcuni ricordi rimangono indelebili, alcune imprese diventano leggenda ed il proprio nome, legato ad esse, immortale.
Ed è proprio questo ciò che ha reso leggendaria la carriera di Claudio Ranieri.
Partito tra lo scetticismo generale, reduce da un fallimento fragoroso alla guida della nazionale ellenica, mr. Ranieri si era avvicinato a Leicester con l’intento di portare il proprio pragmatismo, il suo modo di vedere il calcio tutto concretezza e risultato, al servizio di una squadra che a stento l’anno precedente era riuscita ad ottenere la salvezza.
Prima delle “BIG 6” il Leicester
Ma quella squadra, nella quale militavano Kantè e Jamie Vardy (altra storia che meriterebbe un capitolo a sé stante) ed un buon gruppo di giovani ragazzotti affamati, non solo aveva conquistato la vetta della classifica approfittando delle difficoltà delle “grandi” del campionato (Liverpool, City, Utd, Arsenal,Tottenham e Chelsea) ma era riuscita a mantenerla fino al termine della stagione regalando ai posteri una storia incredibile da raccontare.
E pensare che un’impresa simile, non per il blasone della squadra di cui era alla guida (la As Roma di cui è da sempre fervente tifoso) ma per la difficoltà oggettiva della stessa, l’aveva sfiorata pochi anni prima per vederla naufragare proprio sul più bello nella sconfitta casalinga con la Samp che portò il tricolore a Milano (sponda Inter).
Da sempre considerato un buon allenatore, non di certo eccelso, ha però quasi in ogni occasione sfruttato le proprie capacità per raggiungere risultati più che soddisfacenti in ogni dove.
L’allenatore testaccino è nel calcio da oltre 50 anni, prima come giocatore e poi come tecnico, e siede in panchina dal 1986.
Tante squadre e spesso sottovalutato
Ha allenato diverse squadre, un vero giramondo, ottenendo grandi risultati a Firenze (Coppa Italia e Supercoppa con Batigol), Valencia (Coppa del Re), un’incredibile salvezza con il Parma preso ultimo in classifica nel 2007 e Roma (2° posto di cui sopra).
Spesso snobbato in patria, criticato per l’atteggiamento molto difensivo delle proprie squadre, ha sempre avuto un atteggiamento molto britannico, volto al fair play, mai sopra le righe, mai eccessivamente polemico o estroverso.
Da “the tinkerman”, l’indeciso, il tremolante come venne ribattezzato al Chelsea al “the thinkerman”, il pensatore, alla guida del Leicester dei miracoli.
Spesso è arrivato secondo al termine della stagione ma in tanti hanno sottovalutato l’enorme valore del lavoro svolto da questo tecnico gentiluomo, capace di schierare la propria squadra (la Sampdoria) al termine del campionato su due file per applaudire l’avversaria (lnter) campione d’Italia, qualcosa che da queste parti mai si era visto fare.
Sir Claudio Ranieri, eleganza, serietà e uomo di sport
Uno sportivo vero, un signore capace di sbollire le piazze, di riconoscere i meriti degli avversari senza mai sentirsi un padreterno, nonostante i risultati potessero portarlo a ritenersi un grande allenatore.
Ha vinto meno di altri, sicuramente, ma ha sempre (o quasi) fatto bene, ottenendo peraltro, come detto, un risultato che lo relega tra le leggende dello sport.
Dopo la vittoria con il Leicester chiunque, al suo posto, si sarebbe goduto la meritata pensione tra ovazioni, riconoscimenti e premi, non Claudio Ranieri.
Lui si è rimboccato le maniche e si è messo nuovamente in discussione.
Dopo il Leicester la sua carriera non si è fermata
La squadra con la quale aveva ottenuto risultati impensabili l’anno prima ha pensato bene di dargli il benservito nel 2016 (dimostrando quanto la riconoscenza sia un sentimento inesistente in questo ambiente) ma lui, mai anziché fare polemiche, anziché avvilirsi e reagire in modo furioso e rancoroso si è rimboccato le maniche ed ha ripreso il suo percorso infinito di allenatore.
Prima in Francia con il Nantes, poi di nuovo in Inghilterra con il Fulham, di nuovo in Italia a far da traghettatore nella sua Roma per andare poi a cogliere salvezze importanti con la Sampdoria nel 2020 e nel 2021.
Oggi è di nuovo in pista, col Watford, ancora alla ricerca di risultati, con la solita concretezza: raggiungere l’obiettivo preposto senza troppi fronzoli, senza discorsi e chiacchiere inutili ma con la schiettezza, l’onestà e la simpatia che da sempre contraddistinguono mr dilly ding dilly dong.
Auguri Claudio, vanto d’Italia.