“Far innamorare i bambini che sognano un giorno di prendere il posto dei supereroi perché i calciatori italiani per i più piccoli della nostra amata Italia sono come dei supereroi”.
Con queste parole si presenta Luciano Spalletti nelle vesti di nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana, rimasta senza una guida dopo l’addio un po’ a sorpresa di Robero Mancini, diventato da pochi giorni il tecnico dell’Arabia Saudita. Nell’intervista rilasciati ai canali ufficiali della nostra Federazione, il tecnico toscano riporta alla mente il primo episodio che lo ha legato al mondo del calcio: “Era il 1970 e avevo 11 anni. L’Italia doveva giocare contro la Germania ai Mondiali del 1970 e io avevo fatto cucire a mia madre una bandiera per poi uscire in strada a festeggiare la vittoria con i miei amici. Ecco, il sogno da bambino era vedere la nazionale di calcio trionfare”.
La lunga carriera
Si tratta sicuramente dell’incarico più importante della sua lunghissima carriera cominciata nelle giovanili dell’Empoli ma che ha poi preso il volo quando traghettò i toscani nella massima serie riuscendo anche a centrare il colpo salvezza. Dopo aver salutato la sua regione svolta l’angolo per raggiungere la Sampdoria senza ottenere però i risultati sperati. Non gli vanno troppo bene nemmeno le esperienze con Venezia, Udinese e Ancona (B). Il ritorno sulla panchina dei friulani è sicuramente più significativo e trascina i bianconeri fino a uno storico quarto posto finale prima di accettare l’offerta della Roma.
Roma e poi Russia
Conduce i giallorossi a vincere due coppe Italia e una Supercoppa italiana sfiorando anche uno scudetto che però sfuma per il sorpasso dell’Inter. Spalletti ha i meriti comunque di far qualificare i giallorossi per la prima volta nella storia alla seconda fase della Uefa Champions League. Saluta la città eterna per trasferirsi a San Pietroburgo in Russia.
Riesce ad affermarsi dietro alle super potenze del calcio sovietico: Spartak e CSKA. Lo Zenit diventa quindi una delle squadre più forti della Russia e Spalletti porta nella bacheca dei proprietari del club due scudetti, una coppa nazionale e due supercoppe.
Ritorno a Roma e problemi con Totti
Dopo l’esperienza all’estero ritorna alla Roma ma il difficilissimo rapporto con Totti, ormai sul punto di appendere gli scarpini al chiodo, ha compromesso il rapporto sia con la società sia con la città in quanto il calciatore romano e romanista è stato da sempre considerato un simbolo di entrambe. Nel giugno 2017 lascia la capitale per accasarsi all’Inter.
Si ritrova in testa alla Serie A fino a dicembre ma poi un calo brusco fa sprofondare i nerazzurri indietro alla classifica e il quarto posto viene acciuffato soltanto all’ultima giornata. Nella stagione successiva l’Inter parte malissimo, risale in classifica e crolla nuovamente nel finale deludendo anche in Champions League dopo l’eliminazione subita per mano dell’Eintracht Francoforte.
Primo titolo italiano
Spalletti esce di scena per due anni e decide di non allenare nessuna squadra. Arriva poi la chiamata del Napoli e allora accetta l’incarico. Si tratta di una società che durante il mercato estivo lascia partire tanti campioni che hanno formato lo zoccolo duro dei migliori ultimi anni del club partenopeo come ad esempio Koulibaly, Insigne..
Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo sul primo posto del Napoli a fine stagione ma Spalletti e la sua squadra sorprendono tutti e grazie a giocatori che disputano una stagione incredibile come Osimhen, Kim, Kvaratskhelia su tutti, il Napoli vince per la terza volta nella storia il campionato di Serie A mentre per Spalletti di tratta del primo titolo nella massima serie del calcio italiano.
Ora la Nazionale
Lascia Napoli da vincitore e approda sulla panchina degli Azzurri che dovrà traghettare ai prossimi Europei. I primi due impegni sono imminenti in quanto l’Italia affronterà la Macedonia (sabato) e l’Ucraina (martedì) con il tecnico toscano che ha avuto soltanto pochi giorni a disposizione per poter lavorare con i ragazzi.