I venti dell’est che soffiano forte sul porto di Genova hanno spinto alla guida della squadra più antica d’Italia un ex attaccante ucraino, ora timoniere a tempo pieno, che ha accettato subito perché a Sheva le grandi sfide non l’hanno mai spaventato anzi, al contrario, sembra quasi che lo esaltino.
Andriy Shevchenko nel suo ruolo da giocatore ce lo ricordiamo molto bene: classe, eleganza, forza fisica, potenza nel tiro, abile negli inserimenti senza palla, insomma non a caso uno dei migliori della sua generazione. La sua carriera comincia a suon di gol in Ucraina con la maglia, ovviamente, della Dinamo Kiev e prosegue in Serie A col Milan, poi Chelsea, di nuovo Milan e per concludere ancora con la squadra della capitale del suo Paese di origine.
Gli inizi calcistici di Sheva non furono per niente facili: all’età di 10 anni non riuscì a superare una sessione di dribbling e non fu quindi ammesso a una scuola sportiva di Kiev. Durante un torneo scolastico, tuttavia, un osservatore della Dinamo Kiev lo nota e gli propone di allenarsi con le giovanili del club capitolino. L’occasione che si presentò agli occhi del giovane scolaro ucraino fu enorme ma ebbe da subito due ostacoli importanti: la distanza dall’abitazione al centro sportivo e quindi la difficoltà nel riuscire a raggiungere il luogo degli allenamenti e soprattutto il padre che sperava di vedere il proprio figlio ripercorrere la carriera militare che aveva effettuato lui.
A Sheva di tutto questo interessava solo giocare a calcio, per fortuna, ci sentiamo anche di dover dire perché avremmo rischiato di perdere 413 reti segnate in 847 partite. Dalle giovanili al grande salto di qualità in prima squadra il passo è breve, anzi brevissimo. In poche stagioni il nome di Sheva farà tremare i difensori delle squadre avversarie e verrà cantato spesso negli stadi, soprattutto in quello di S.Siro sponda Milan.
Si affaccia nel calcio che conta vincendo 5 campionati ucraini, 3 coppe nazionali e 3 Coppe dei Campioni della CSI. In Italia vince una Serie A, una Supercoppa italiana, una Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega inglese. Torna in patria e solleva anche la Supercoppa d‘ Ucraina. A livello internazionale è stato decisivo per la conquista della Uefa Champions League e della Supercoppa Uefa con i rossoneri.
Due volte capocannoniere d’Ucraina, Champions League e Serie A. Nel 2004 gli è stato assegnato anche il pallone d’oro.
É l’attaccante più prolifico della storia della nazionale ucraina con 48 reti messe a segno nella sua lunga carriera da calciatore. Nel 2012 poco dopo aver chiuso con il calcio giocato la federazione ucraina gli offre il posto da commissario tecnico della nazionale ma lui declina l’invito sentendosi ancora troppo acerbo per ricoprire il ruolo da allenatore. L’occasione gli si ripresenta nel 2016 quando viene chiamato per essere l’assistente di Fomenko. Alla fine del Campionato Europeo del 2016 Sheva ricopre il ruolo da allenatore ad interim della nazionale e introduce nel suo staff anche Mauro Tassotti. Nell’ultima rassegna continentale traghetta l’Ucraina per la prima volta nella storia fino ai quarti di finale.
Dal 7.11 ha preso in mano la guida tecnica del Genoa con l’arduo compito di salvare i liguri dalla retrocessione. Al momento i rossoblù sono al 17mo posto con 9 punti.
L’ennesima sfida da vincere per Sheva è appena cominciata.