La sconfitta con l’AZ Alkmaar di giovedì scorso e le frasi poco implicite del tecnico biancoceleste che ne sono seguite hanno reso la vigilia del derby capitolino incandescente in casa Lazio.
Dopo 18 anni di regno incontrastato Lotito, forse per replicare al colpo Mourinho, ha deciso di mettersi in casa un tecnico di prestigio, un allenatore capace di dare alle proprie squadre un gioco e di raggiungere anche la vittoria di uno scudetto con la Juventus e di una Europa League con il Chelsea: Maurizio Sarri.
Una novità assoluta per la presidenza lotitiana contraddistinta dalla parsimonia e, soprattutto, dall’oculatezza con la quale negli anni si era deciso di puntare su tecnici emergenti come Pioli, Petkovic, Delio Rossi o Simone Inzaghi, per i quali la Lazio doveva essere un trampolino di lancio verso il calcio che conta e non un punto d’arrivo, tecnici in grado di sfruttare le risorse messe a disposizione senza fare troppe storie, senza accampare eccessive pretese.
Negli anni si sono raggiunti risultati anche importanti ma la sensazione è sempre stata la stessa, quella di una coperta troppo corta, di una dirigenza incapace di colmare quelle lacune tecniche che avrebbero potuto consentire agli allenatori del momento di lottare ad armi pari con le propri contender fino alla fine.
Una volta si hanno troppi attaccanti e pochi difensori, altre volte è il contrario, di fatto al dunque (solitamente intorno al mese di marzo) chi guida la Lazio è costretto a fare scelte ben precise per evitare il tracollo e magari bruciarsi la carriera: o si punta sul raggiungimento di un piazzamento di prestigio (Champions League) o si tenta disperatamente di portare a casa un trofeo, seppur minore, come la Coppa Italia.
Scelta quest’ultima fatta da Delio Rossi Petkovic ed infine Simone Inzaghi fino a quando il gruzzolo della Champions non ha cominciato a diventare essenziale per le casse biancocelesti imponendo un cambio di rotta deciso. Non più trofei in grado di zittire la piazza ma arrivare nei primi posti è ora l’obiettivo reale.
Non si è potuto esimere da questo neanche il buon Maurizio Sarri che, firmando il contratto (e successivamente il prolungamento) pensava di poter incidere veramente nella società indirizzando il mercato verso scelte del tutto logiche e funzionali al proprio gioco.
Macché, gli scontri con il DS non sono ormai un mistero ed i giocatori scelti dal dirigente di origini albanesi (incomprensibili come il piccolo Marcos Antonio e l’acerbo Cancellieri) hanno scavato non un solco bensì un fossato tra i due.
Sarri impone le sue idee
Ciò che però è cambiato rispetto al passato è che Maurizio Sarri anziché assecondare la società davanti ai microfoni esprime chiaramente la proprie idee senza nascondersi: “questa Lazio non è strutturata per reggere tre competizioni”.
Un’ovvietà, il segreto di Pulcinella, ciò che a Roma tutti sanno ma che i vari allenatori (beccandosi anche gli insulti, famosa una telefonata “intercettata” a Cortina tra Simone Inzaghi e Lotito) hanno sempre sottaciuto. Una rosa composta da 11 giocatori di livello, tra i quali magari spiccano anche dei talenti puri come Immobile, Zaccagni, Luis Alberto, Pedro e Milinkovic, non può reggere l’urto di 50/60 partite senza alternative, senza cambi in grado di far rifiatare i cosiddetti “titolari” (termine ormai non più in voga proprio per le continue rotazioni alle quali, gli altri tecnici, sottopongono la rosa per non stressarla oltremodo).
Il duo TARE-LOTITO si trova quindi di fronte ad un tecnico che non sta dalla loro parte, che non fa da scudo alle critiche che piovono da ogni parte, non si fa paladino di una missione impossibile ma, di contro, inchioda la società alle proprie responsabilità.
Come si uscirà da questo stallo alla messicana? Di sicuro non si può andare avanti in questo modo, di sicuro se si sceglie Sarri bisogna avere il coraggio di seguirlo dandogli ciò che egli chiede senza sé e senza ma. Può farlo Lotito senza dare il benservito al fedelissimo Igli? Può tenere Sarri nonostante questi gli abbia dato un aut aut definitivo (o me o lui!)? O riuscirà a defenestrare mister Sarri esponendosi al pubblico ludibrio?