Nel vocabolario alla voce “ardore agonistico” troverete un nome, Sandro, e un cognome, Dell’Agnello. Un livornese che ha scritto senza ombra di dubbio la pagina più incredibile del campionato italiano con la canotta della Phonola Caserta, quando i campani strapparono gara 5 ai lombardi disputatasi al Forum di Milano, diventando così Campioni d’Italia. Dell’Agnello in quella finalissima epica mise a referto 30 punti in 40 minuti.
Con la maglia dell’Italia da sottolineare la medaglia d’argento vinta agli Europei del 1991 (in italia) con gli Azzurri che si arresero “solo” allo strapotere della Jugoslavia che schierava gente come Đorđević, Kukoč (MVP del torneo), Paspalj, Danilović, Divac, Rađa, Komazec.
Oggi, dopo tanti anni passati ad allenare è il coach della Real Sebastiani Rieti che scenderà in campo sabato sera al PalaMaggetti per sfidare la Liofilchem Roseto in un match da do or die.
Qual è l’obiettivo realistico che può portare a casa la Real Sebastiani Rieti al termine della stagione?
“La nostra intenzione è di provare con tutte le nostre forze a vincere il campionato. Sappiamo che ci sono tante altre squadre attrezzate tra cui Roseto per raggiungere questo obiettivo e sappiamo anche che poi l’imbuto è strettissimo perché ci sono 64 squadre ai nastri di partenza ma alla fine vinceranno in due e quindi ci vuole bravura, fortuna, capacità. Ci vogliono mille ingredienti diversi”.
Siamo a inizio stagione e il roster è nuovo. Quali sono le difficoltà contro le quali andate incontro e come si prepara una sfida di Supercoppa contro una squadra che in realtà si conosce poco in quanto si conoscono i singoli ma ancora non c’è una vera e propria “identità” in campo?
“Questo è un periodo dove spero che valga per tutti e sicuramente è così, come vale anche per noi, fatto di alti e bassi perché quando ti alleni da 20 giorni con una squadra tutta nuova, un allenatore nuovo è ovvio che devi mettere in conto degli alti e dei bassi. Inoltre bisogna aggiungere anche che stiamo lavorando sulla preparazione fisica in ottica della stagione completa e quindi mi piacerebbe vedere la squadra che gioca bene per 40 minuti ma credo che oggettivamente sia una cosa impossibile sia per noi che per qualunque squadra in questo momento”.
Qual è secondo te il giocatore chiave o da temere più degli altri nel roster della Liofilchem Roseto?
“Non te lo so dire. Si tratta di una formazione molto competitiva, ben costruita e con tanti ottimi giocatori per questo campionato quindi ha diversi protagonisti e non so dirti oggi chi possa essere. Di sicuro è una squadra molto competitiva”.
Facciamo un tuffo nel passato. Hai vestito la maglia del Roseto anche se per poche partite. Cosa ha significato per te e hai percepito quello che di solito siamo abituati a dire di Roseto degli Abruzzi: una città che vive di basket?
“Un gran bel periodo ma purtroppo breve perché ho avuto un problema molto serio con mia madre che poi venne a mancare da lì a poco. Mi ricordo la grande passione e mi è sempre rimasto un bel ricordo”.
Parlando della vittoria del campionato storico vinto con Caserta contro Milano. Cosa puoi dirmi?
“Rimane una cosa storica perché a Caserta, il sud, contro Milano e tutto il resto rimane sempre un grande ricordo però insomma sono passati talmente tanti anni che guardiamo avanti”.
Ultima domanda sulla nazionale visto che tu l’hai rappresentata per oltre 100 partite. Cosa voleva dire per te indossare quella canotta e ti chiedo anche un rapido commento sugli Azzurri che hanno perso ai quarti di finale degli Europei contro la Francia?
“Per me era un grande onore e piacere e l’avrei indossata per 30 anni se avessi potuto. Il traguardo massimo che ogni sportivo può raggiungere è la nazionale e io l’ho vissuta sempre in questo modo. Sulla nazionale di oggi mi sono veramente piaciuti come gruppo, come giocatori. Hanno carattere, hanno voglia, hanno la faccia giusta. Mi sono divertito e ho fatto un gran tifo. Purtroppo contro la Francia è andata così ma mi sono divertito molto più in questi ultimi 2-3 anni che non nei 10 anni precedenti che pensavamo di avere chissà quale fuoriclasse ma non abbiamo mai fatto poi nulla di concreto. Questi ragazzi di oggi mi piacciono un sacco”.