Forte anzi fortissimo: velocità, coordinazione, tecnica e lucidità ma soprattutto una vita fuori dal campo dedicata all’aiuto per coloro meno fortunati e più bisognosi. In una parola sola: Mané.
La città natale di Mané
Mané è nato a Sédhiou, Senegal, a quasi 400 km di distanza dalla capitale Dakar. La regione di cui fa parte la città natale di Mané è la più povera di tutto il Senegal con un tasso di povertà che tocca il 65.7%. La gente che vive in quella zona si dedica principalmente alla coltivazione di riso, banane e anacardi e qualcuno, ma solo i più “fortunati” in possesso di una barca, escono a pesca nel largo fiume Casamance. Passeggiando per le strade spesso poco asfaltate e dissestate di Sédhiou è molto facile incontrare persone che si muovono a piedi o in bicicletta, oppure con un carretto trainato da un asino, qualche motorino e pochissime auto. In alcune aree l’asfalto non c’è per niente e mancano anche le case di mattoni e cemento. Oltre a queste difficoltà a Sédhiou si lotta anche per la parità di diritti ancora molto lontano dal concetto al quale siamo abituati. Il 10 aprile 1992 in una situazione ancora più deficitaria e complicata dove anche sognare rischia di diventare un vero e proprio lusso nasce Sadio Mané.
L’infanzia e la povertà
Famiglia numerosa e colpita dalla povertà come spesso accade in queste zone Mané passava il tempo già a 2-3 anni a calciare una “palla” fatta di stracci. Campi da calcio? nemmeno l’ombra, da quelle parti si gioca solo in strada. All’età di 7 anni muore il padre perché a Sédhiou non c’era l’ospedale. Spesso non aveva da mangiare e doveva lavorare nei campi lasciando così da parte l’istruzione. Mentre la madre non crede nel sogno del figlio di poter diventare un calciatore, lo zio lo asseconda dopo averlo preso a casa per aiutare la famiglia numerosa.
Ballonbuwa
La vita di Mané sta per cambiare ma lui ancora non lo sa. “Il Mago con la palla” o meglio Ballonbuwa come lo chiamano in quella regione del Senegal all’età di 15 anni perché il talento c’è ed è visibile agli occhi di tutti. Così con lo zio parte alla volta di Dakar per un provino con la squadra dell’AS Generation Foot. Si presenta al provino con delle scarpe rotte e senza pantaloncini adatti per giocare a calcio perché purtroppo non ha di meglio da indossare ma lui è lì per dimostrare che sa giocare a calcio. Gli basta un amen per essere selezionato e invitato a stare nella cantera del club di Dakar.
Metz
Nel campionato senegalese giocherà pochissimo perché su di lui mettono gli occhi quelli del Metz. Mané alla prima volta in campo in via ufficiale segna subito 4 gol ed è chiaro a tutti che la sua vita calcistica non può essere quella di Dakar. Il Metz lo ingaggia e lo getta nella mischia in B francese. Resterà una stagione.
Salisburgo e Southampton
Su di lui si fionda il Salisburgo e complice anche la retrocessione dei francesi, Mané si trasferisce in Austria dove farà molto bene segnando con una media di 1 gol ogni 2 gare. Dopo due stagioni nella Bundesliga austriaca arriva la chiamata dei Saints in Inghilterra. Anche col Southampton risulta essere spesso decisivo contribuendo alle ottime annate dei biancorossi.
Liverpool
Nel 2016 arriva la chiamata con la C maiuscola. Il Liverpool. Diventa il calciatore africano più pagato della storia (41,2 milioni di euro) e inizia così la sua storia d’amore ricca di successi con i Reds. 190 gare e 90 reti e still counting come dicono da quelle parti.
Vincere col Senegal: un sogno che diventa realtà
“Darei tutto quello che ho per vincere con il Senegal” diceva Mané prima della Coppa d’Africa vinta a febbraio di quest’anno dopo aver battuto l’Egitto in finale nell’edizione organizzata dal Camerun. La voleva a tutti i costi per la sua gente, per la popolazione senegalese e soprattutto per tutte quelle persone che soffrono la povertà ogni giorno e trovano nella gioia di una vittoria della Coppa d’Africa uno dei rari motivi per poter sorridere durante il giorno.
Ferrari? Orologi costosi?
“Che ci faccio con Ferrari, aerei, orologi costosi?” risponde così Sadio Mané dopo che gli chiedono perché ha il cellulare con il vetrino rotto e non lo cambia: “Il cellulare funziona” aggiunge. Per l’attaccante del Liverpool conta di più aiutare la propria gente che spendere i soldi in oggetti preziosi. “Un mondo migliore” è il contributo che vuole dare Mané in favore di chi non ha avuto la stessa fortuna e infatti, lui che non è riuscito ad andare a scuola perché non aveva la possibilità per farlo, ha deciso di costruire delle scuole in Senegal e anche un ospedale. Offre vestiti e beni alimentari e in una delle zone più povere in assoluto di tutto il Senegal dona 70 euro al mese a tutti gli abitanti per aiutarli. Ha spesso aiutato anche persone in estrema povertà in strada e aiuta a pulire una moschea a Liverpool.
Lontanissimo dal cliché classico del giocatore di calcio strapagato e spesso egoista, Mané è diventato una sorta di ispirazione e soprattutto di speranza per tantissime persone.