Mentre Napoli è ancora bollente e fervente di festeggiamenti per l’incredibile scudetto appena conquistato sotto la guida sapiente di Spalletti ecco che, proprio quest’ultimo, è il primo a fare le valigie rimettendo il mandato nelle mani del vulcanico Aurelio De Laurentis, per gli amici DELA.
Niente lacrime, enorme (ma rapido) giro di consultazioni, sguardo su più tavoli, anche Giuntoli infatti è con la valigia in mano ed il biglietto verso Torino, ferma convinzione nei propri mezzi e nella propria imprescindibilità da sovrapporre a chiunque, ed ecco che il presidente più amato e odiato nella storia del Napoli ha rotto gli indugi ed annunciato il successore alla guida dei partenopei neo campioni d’Italia.
Sarà Garcia, volto già ben conosciuto in Italia (per due anni e mezzo ha guidato la As Roma, dal 2013 al 2016), a prendere in mano la squadra.
Compito non facile, l’annata 2022-23 sarà irripetibile per vari motivi.
L’esplosione di Kim, Kvaratskhelia ed Osimhen ed il rendimento mostruoso di Lobotka hanno costituito una spinta inesauribile che difficilmente sarà ripetuta, un po’ perché Kim pare in partenza verso il Bayern, un po’ anche perché ormai gli avversari hanno cominciato a conoscere le qualità dell’asso georgiano mentre l’attaccante nigeriano ha molti estimatori e la sua permanenza vacilla.
Nella cavalcata dei biancoazzurri ha pesato anche la mancanza di avversari. Difficile immaginare un Inter ancora fuori dalla lotta scudetto così come Juventus e Roma sembrerebbero in procinto di allestire squadre in grado di dire la propria sull’argomento.
Per il tecnico franco-spagnolo il compito non sarà affatto facile se si considera anche il presidente folcloristico e fumantino con il quale ha a che fare e che ha già posto la Finale di Champions come prossimo obiettivo, il tutto senza sapere ancora quale sarà il futuro del bomber Osimhen.
L’ambiente sembra curarsi poco di queste problematiche e continua a festeggiare, giustamente, le imprese della squadra guidata da Luciano Spalletti (tecnico al quale forse De Laurentis ha dato troppa poca importanza, temendo potesse offuscare la sua luce divina) ma il prossimo anno sarà ben difficile riproporsi a quel livello soprattutto se dovessero andare via dei pilastri fondamentali della squadra.
Rudi Garcia è un ottimo allenatore e la voglia di confrontarsi con il calcio che conta, soprattutto dopo gli esiti poco felici dell’avventura saudita con Al-Nassr, costituisce uno stimolo importante per un allenatore che ha dimostrato di saper raggiungere risultati importanti (due secondi posti con i giallorossi solo qualche anno fa) ma che è a digiuno di titoli da vari anni (primo e unico campionato vinto sinora con il Lille nel 2011).
Dovrà peraltro fare i conti con l’ombra enorme che Spalletti gli lascia in eredità, una squadra che nell’ultima stagione ha incantato tutta Europa arrivando ad essere la più bella in assoluto, dominando in campionato ma anche in Champions League.
Riuscirà a rendere felice il proprio patron consentendogli, ancora una volta, di pavoneggiarsi vantandosi della bontà delle proprie scelte?