Può un solo giocatore cambiare le carte in tavola, trasformare una squadra allestita per competere nella dura lotta al raggiungimento di un piazzamento per la Champions League 2022-2023 in una formazione da lotta scudetto?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe fare un passo indietro e guardare ad altri episodi avvenuti nel passato.
Raramente un solo giocatore risulta determinante ma, se affiancato da altri validi innesti, può davvero essere determinante nel trasformare una buona squadra in una da vertice.
È questa la sensazione che si percepisce a Roma mentre l’entusiasmo monta velocemente ed irrefrenabile nel calore asfissiante della capitale.
Mourinho, l’acchiappasogni
Un allenatore vincente nonché grande comunicatore come Mourinho uno con le idee chiare, capace di mettere a soqquadro un intero ambiente con decisioni estreme, ferme, a volte impopolari, ha imposto alla squadra giallorossa un vero e proprio cambio di registro soprattutto sul fronte mercato. Quando le cose non andavano bene, durante la scorsa stagione, il pubblico si è totalmente schierato dalla sua parte intuendo che forse era l’unica speranza di tornare ad essere competitivi.
Basta nomi assurdi, investimenti senza senso, giocatori sconosciuti da formare nella speranza che abbiano un futuro, per vincere ci vogliono i campioni e, insieme a loro, gente con attributi.
I Friedkin dal canto loro, sembra abbiano voglia di assecondare il proprio tecnico.
Poche chiacchiere (nessuno conosce la loro voce a dire il vero) e molti fatti.
Prima Mourinho, poi Abraham (per il quale sono stati spesi ben 45 mln d’euro), adesso Dybala.
Un’occasione da prendere al volo approfittando delle titubanze nerazzurre e cedendo a condizioni non proprio di favore dell’entourage del Paulo neo-giallorosso (una clausola rescissoria talmente bassa e vantaggiosa da sembrare una porta aperta verso altri lidi).
Mattone dopo mattone però, sta nascendo una squadra in grado di infastidire, non poco, quelle che da sempre si giocano lo scudetto in Italia.
Per farlo, a Roma, c’è bisogno dell’aiuto e del sostegno del proprio pubblico che, da sempre, sostiene e stringe intorno a se i colori giallorossi incondizionatamente ed è qui che forse la nuova proprietà ha compiuto un piccolo capolavoro.
Una stagione intera a prezzi molto popolari ha, di fatto, riavvicinato i tifosi alla propria squadra, li ha riportati a vivere l’evento dal vivo, a stringersi intorno ai propri beniamini sospingendoli verso il raggiungimento del traguardo Europeo, la Conference League, di fatto mai raggiunto nella storia quasi centenaria del club.
È stata un escalation splendida, stadio pieno come ai tempi di Totti e Batistuta, entusiasmo alle stelle e Roma finalmente vincente dopo 14 lunghissimi anni.
La sensazione però è che questa coppa sia soltanto un punto di partenza, le ambizioni sono ben altre.
Mourinho è uno che, da sempre, ha le idee ben chiare e, se messo nelle condizioni di vincere difficilmente sbaglierà, impiegando ogni mezzo possibile, anche schierare Eto’o terzino se necessario.
Gli innesti importanti
Dopo l’occasione prontamente colta con Matic a centrocampo, solido giocatore d’esperienza, ecco un fuoriclasse come Dybala in attacco, da affiancare ad Abraham: è quanto di meglio potesse capitare al tecnico portoghese e, forse, anche all’attaccante argentino ex promesso sposo dell’Inter.
Qui a Roma troverà più calore e diventerà quell’idolo che, forse, non è riuscito ad essere a Torino.
Prima paragonato a Messi e poi ad Altafini, la Joya non è mai riuscito ad imporsi definitivamente a livello internazionale come superstar, spesso bloccato anche da infortuni lunghi e reiterati.
Magari il suo livello non sarà quello dei mostri sacri del pallone ma, sulla sponda giallorossa del Tevere, può sicuramente diventare un beniamino, un idolo assoluto.
I suoi assist, la sua visione di gioco, i suoi incredibili goals già accendono la fantasia di migliaia e migliaia di tifosi giallorossi ma, soprattutto, mettono la Roma in una posizione diversa sulla griglia di partenza.
Tornando infatti all’incipit la Roma, arrivata sesta al termine della stagione 2021-2022, sembrava destinata ad un’altra annata nella quale a stento avrebbe potuto lottare per il quarto posto, posizione cui anelano anche Fiorentina Atalanta e Lazio.
L’innesto del talento argentino determina però forse uno sconvolgimento nelle quotazioni di quest’estate nella quale le grandi sembrano in difficoltà dal punto di vista economico ed in attesa di cessioni per poi poter reinvestirne il ricavato.
È il caso dell’Inter che, per prendere Bremer, doveva prima vendere Skriniar o della Juventus che ceduto De Ligt è subito corsa ai ripari soffiando proprio quest’ultimo ai nerazzurri.
Bufera ora su Marotta e l’Inter per due obiettivi di pregio sfumati in un amen.
Tornando alla Juventus però, strano comprendere le motivazioni che hanno portato la dirigenza bianconera a privarsi di un ventottenne come Dybala per poi andare ad ingaggiare un 34enne sul viale del tramonto come Di Maria reduce da stagioni non propriamente esaltanti a Parigi.
E mentre con estrema abilità per la seconda volta riesce a prendere un campione come Pogba (anche lui molto in ombra negli ultimi anni a dire il vero) a zero sempre dal Man Utd (…) all’Inter riesce qualcosa di forse ancor più clamoroso: dopo aver ceduto, un solo anno fa, Lukaku al Chelsea (squadra nelle cui fila aveva già militato nel 2011-2012) per la cifra monstre di 115 mln di euro lo riprende, dalla stessa, con la formula del prestito oneroso sborsando qualcosa come soli 8/10 mln d’euro.
Affare strepitoso per i nerazzurri molto meno per i blues di Londra.
Giro di Valzer Lukaku e Dybala
Ma proprio l’affare, in tutti i sensi, Lukaku di fatto ha bloccato la strada all’approdo in nerazzurro del Dybala di cui sopra.
In troppi affollano l’attacco nerazzurro e solo un paio di cessioni importanti (Correa/Dzeko/Sanchez) avrebbero consentito l’innesto della joya.
L’attaccante argentino, evidentemente stufo di attendere, ha preferito accasarsi anziché attendere le calende greche correndo il serio rischio di rimanere con il cerino in mano ma forse proprio quella clausola di cui si diceva prima, potrebbe essere un’intenzione futura del campione argentino.
Non ha dovuto accontentarsi più di tanto comunque perché sembra che a Roma, i nuovi padroni d’oltreoceano, abbiano idee chiare, voglia di investire e, di conseguenza, di vincere.
Si lavora sullo stadio, è questione di poco tempo e la società uscirà dalla Borsa, si investe nella squadra.
Anche se manca molto alla fine del calciomercato (e non è esclusa affatto la partenza di Zaniolo) con Dybala la Roma scala posizioni, indossa un abito signorile e si siede al tavolo principale con l’intenzione di essere veramente protagonista tornando a dire la sua anche in chiave scudetto.