Il palcoscenico è di quelli importanti, gli attori protagonisti sono di un certo rilievo e l’occasione è quella che forse passa una sola volta nella vita. Arriva così la prima marcatura di una lunga serie (saranno in totale 706 prima del passaggio al PSG) di Lionel Messi con la maglia del Barcellona.
Camp Nou, 1.5.2005, padroni di casa e Albacete sul terreno di gioco e il risultato è sull’1-0 grazie alla zampata di Samuel Eto’o che finisce in panchina al minuto 86 per lasciare spazio al giovanissimo Messi che aveva già giocato qualche sprazzo di gara con i catalani.
Ronaldinho
In campo ci sono i mostri sacri del calcio mondiale. Gente come Iniesta e Ronaldinho. Il brasiliano s’inventa letteralmente il passaggio giusto per la “pulce”: Ronaldinho riceve il passaggio da Messi che scatta e ottiene l’assist di ritorno offerto con un pallonetto delizioso. A quel punto Messi è davanti al portiere avversario che tenta l’uscita disperata ma l’argentino lo beffa con un tocco sotto che lo scavalca e il pallone finisce in rete. Messi esulta e il primo ad abbracciarlo è proprio Ronaldinho che lo carica sulle spalle prima dell’arrivo di Puyol, Gio e Iniesta. La nuova stella del calcio è appena nata sotto l’ovazione del pubblico catalano.
Il dieci
Una legge non scritta del calcio o forse un rito più scaramantico che tradizionale vuole che la maglia numero 10 si leghi per antonomasia al fantasista, al regista, al giocatore con i piedi migliori e in quel Barcellona di numeri 10 potrebbero essercene parecchi. Tecnica, audacia e furbizia, eleganza, velocità e ancora tecnica è il mix fenomenale che offre Messi al Barcellona e agli Dei del calcio per eliminare qualsiasi dubbio e chiarire che la numero 10 in realtà può e deve appartenere solo a lui.