Non sono ore piacevoli quelle che sta trascorrendo il tennista numero uno al mondo nell’aeroporto di Melbourne (Australia) dove è rimasto bloccato in attesa di poter entrare nel Paese per disputare gli Australian Open. Il team del giocatore balcanico ha presentato un visto sbagliato e la ministra ad interim dello sport dello Stato di Victoria ha dichiarato che non ha alcuna intenzione di fornire a Djokovic il supporto necessario per poter disputare la competizione tennistica visto che il governo federale è l’organo che si occupa dei visti e non ha a che fare con l’esenzione medica.
Djokovic non è vaccinato
La situazione è molto delicata in quanto “The Joker” si è presentato in Australia malgrado non fosse vaccinato ma con un’esenzione confermata da un’equipe medica di specialisti. L’unico che può spiegare le motivazioni di questa esenzione è proprio il protagonista al centro della bufera mentre il mondo dei social e degli appassionati si spacca in due.
“Chiediamo dei chairimenti”
Il direttore dell’Australian Open, Craig Tiley, è intervenuto e con una dichiarazione ha fatto capire che Djokovic dovrà spiegare i motivi che lo hanno spinto a richiedere e ottenere un’esenzione visto che solo lui, anche per questioni legali, può raccontare l’accaduto.
Secco “no” del governo australiano
Karen Andrews, ministra degli affari interni australiani ha spiegato che: “Lo Stato del Victoria e Tennis Australia possono in teoria concedere a un tennista di partecipare al torneo se esente dalla vaccinazione ma il governo del Commonwealth assolutamente no. Chiunque deve rispettare le norme vigenti all’interno del Paese”. Non ci saranno dunque sconti nemmeno per Djokovic, al quale è stato chiesto di fornire una prova accettabile dell’esenzione vaccinale, come del resto accade per tutte le altre persone che giungono in Australia e non sono vaccinate.
Rischia di tornare a casa
Il primo ministro del Commonwealth dell’Australia Scott Morrison ha ribadito che: “Se non ci saranno prove accettabili per giustificare l’esenzione, Djokovic verrà imbarcato sul prossimo aereo per il rientro a casa, come succede per chiunque altra persona si trovi nella stessa situazione”.