Pochi giocatori nella storia della NBA sono facilmente individuabili soltanto con un nickname, un soprannome, un nomignolo.
Il più famoso rimarrà forse per sempre MAGIC, appellativo strameritato affibbiato al fenomenale Erving Johnson, in grado di illuminare un campo da gioco con giocate da autentico mago, illusionista perfetto che riusciva a far sparire il pallone dalle proprie mani per farlo comparire in quelle del proprio compagno meglio piazzato nei pressi del canestro.
Dopo di lui ci sono stati altri giocatori i cui appellativi sono rimasti nella storia, basti pensare ad AIR Jordan ma, quando si parla di Jokic, riviene in mente appunto MAGIC.
Il serbo benchè notevolmente diverso come giocatore, dinamismo, atletismo, velocità e chi più ne ha più ne metta, ha dalla sua la straordinaria visione di gioco che gli permette di realizzare giocate agli altri invisibili.
Ecco a voi IL JOKER.
Soprannome che lo contraddistingue dal 2017 e che è andato a cancellare, nella mente dei tifosi e degli addetti ai lavori, quello precedente “BIG HONEY”. E JOKER è qualcosa che gli si addice a perfezione, un po’ prendendo spunto dal cognome ma molto dalle sue giocate imprevedibili ma soprattutto efficaci e per un carattere particolare che lo rende simpatico ai più ponendosi al di fuori degli schemi stereotipati del super professionismo americano.
Chiamato a competere con mostri di oltre 2 metri dall’incredibile muscolatura, velocità ed elevazione in pochi credevano in questo gigante serbo di 2.11 per 130 kg.
Giocatore discontinuo, poco dedito al lavoro, spiritoso ma lento, macchinoso e facilmente superabile nella metà campo difensiva.
Questi erano i giudizi su Nikola Jokic da quando, nel 2014, è stato scelto al secondo giro (41°) dai Denver Nuggets.
Il cambiamento radicale di “Joker”
Sono passati ormai 7 anni da quel giorno e di cose ne sono accadute molte.
Il giocatore svogliato e pesante di una volta (quasi) non c’è più, maggiore disciplina nel lavoro, dedizione e voglia di vincere, hanno permesso al gigante di Sombor di aggiudicarsi diversi primati nel corso di questi anni:
– Giocatore più veloce nella storia a realizzare una tripla doppia (2017-18);
– L’anno dopo realizza una tripla doppia con il 100% al tiro (primo a farlo dopo Wilt Chamberlain);
– Nel 2019 diventa il 4° all time per minuti in campo in un singolo match;
– Primo giocatore (dal 66) a vincere il titolo di MVP dopo esser stato selezionato oltre la 15° chiamata.
Ma il basket non è solo numeri, statistiche, punti messi a referto.
Nel caso di Jokic è genialità, imprevedibilità assoluta dentro e fuori dal campo, feroce determinazione nel tentativo di raggiungere un risultato (portare i Nuggets al titolo) ma allo stesso tempo scherzare con compagni ed avversari (molto divertenti i siparietti con il grande Luka Doncic) o anche con gli arbitri come quando, alla palla a due iniziale, muovendosi in modo goffo e ritmico ha fatto esplodere in una fragorosa risata l’arbitro con il pallone in mano.
Durante la partita però fa meno ridere i propri avversari che devono patire parecchio contro un giocatore in grado di colpire dalla media e lunga distanza, posizionato in post alto, dove può passare il pallone in qualunque modo ai compagni che tagliano l’area o si dispongono per ricevere in posizioni dove solo un genio del basket può vedere traiettorie, ma in grado di giocare da autentico 5 con la stessa qualità offensiva.
Quasi cammina in campo ma riesce comunque a dominare i propri avversari tenendoli lontano, sfruttando non soltanto l’altezza ma anche l’abilità nel palleggio, la straordinaria visione di gioco, l’astuzia e l’intelligenza, doti che vanno ad annullare quel gap evidente dal punto di vista fisico.
Zero egoismo, praticità, talento messo completamente a disposizione della propria squadra.
Record su record
Ogni partita viene riscritto un record, punti segnati che vanno ad appaiarsi ai rimbalzi ed agli assist rendendo davvero unico e speciale questo giocatore che, coadiuvato da giovani di belle speranze ed outsider, sta trascinando praticamente da solo una franchigia verso i playoffs Nba. E intanto nella notte hja raggiunto quota 2000 punti, 1000 assist e 500 rimbalzi.
Gli infortuni patiti da Michael Porter Jr (infortunio alla schiena ad inizio stagione) e Jamal Murray (fuori da quasi un anno per la rottura del crociato) hanno infatti notevomente complicato i piani di coach Malone che però, nel tempo, ha visto le prestazioni di Nikola Jokic elevarsi fino a raggiungere vette inaspettate mentre i compagni alzavano notevolmente il livello del proprio gioco.
Qualora le altre due star dovessero (come si mormora) riuscire a rientrare per i playoffs, i Denver Nuggets potrebbero davvero diventare una mina vagante in un campionato che stenta a trovare un vero padrone (se si fa eccezione per i Phoenix Suns).
Le magìe del Joker son ben lungi dall’essere finite anzi, in un certo qual senso, siamo soltanto all’inizio di una carriera che sta sbocciando proprio in questi anni: il bello deve ancora venire.
L’estensione di contratto più ricca della storia della NBA è alle porte ed i sorrisi di Nikola potranno giganteggiare nelle arene statunitensi non soltanto per i suoi gesti strambi (a volte), o per le giocate fantasiose ma anche per quella rincorsa al titolo che forse, prima di quanto si possa immaginare, potrebbe diventare realtà.
Come non augurarlo d’altronde a questo fenomenale guascone che ha, di fatto, rivoluzionato il concetto di LUNGO.