Podgorica si appresta ad essere teatro, si spera solo calcisticamente parlando, della battaglia tra Montenegro e Serbia che nel Gruppo G sono in testa a pari punti dopo la prima giornata di qualificazione agli Europei 2024.
La capitale del Montenegro raccoglie per una notte la storia moderna e i sentimenti anche patriottici di un popolo mai così uguale e diviso per certi versi e mai così diverso e distante per altri.
L’imperativo, non tanto per questioni di classifica, è quello di vincere. Non è più sport ma diventa una questione anche politica perché le due nazioni un tempo, fino al 2006 quando un referendum portò all’indipendenza del Montenegro.
Dopo tanti anni di dissapori i primi ministri dei due paesi hanno cercato di avviare una strada di collaborazione.
La prima giornata
I “Falchi” (in montenegrino “Sokoli”) hanno battuto anche un po’ a sorpresa la Bulgaria a domicilio grazie alla rete siglata dalla punta Nikola Krstović che milita al DAC Dunajská Streda, in Slovacchia. La Serbia invece ha liquidato 2-0 la Lituania grazie a Tadić e Vlahović. La sfida in termini di classifica vale il primato e i padroni di casa vogliono sfruttare il fattore campo che può essere mai come stasera decisivo.
Le parole dei due tecnici
Parole da uomini di sport che vogliono cogliere l’essenza della disciplina praticata senza infiammare i già bollenti animi dei tifosi. Da una parte Radulović, montenegrino con un passato calcistico anche in Serbia ha detto: “Stiamo bene e arriviamo a questa sfida dopo l’ottimismo maturato nella vittoria contro la Bulgaria. Noi abbiamo una strategia ben precisa e non la stravolgeremo. Ai tifosi dico di venire allo stadio e di pensare a divertirsi perché si tratta solo di calcio. Conosco la Serbia e la rispetto per le doti individuali e collettive”. Dall’altra parte Stojković: “Abbiamo solo un obiettivo che è quello di vincere senza pensare a chi abbiamo di fronte. Vengo in questa città, dove ho passato dei bei momenti, per la prima volta da allenatore della nazionale serba. Ho sentito il mio grande amico Dejan Savicević e a essere sincero quando ho letto Savicević tra le fila dei convocati montenegrini mi sono n po’ preoccupato ma poi ho visto la data di nascita e ho capito che non poteva essere Dejan. Tornando sulla partita sono sicuro che non sarà facile e vorranno fare bella figura davanti al loro pubblico. Inoltre il Montenegro è dotato di ottimi elementi”.