Ecco a voi Mirco Turel cestista in forza all’UBP Petrarca Padova che viaggia con il 28% dalla lunga distanza, il 48% da due e 68& dalla lunetta.
Mirco, fai parte di una famiglia che respira basket da sempre. In casa siete tutti cestisti e anche di un certo spessore. Com’è crescere in una famiglia dove tutti condividono la stessa passione?
I miei sono stati sempre molto tranquilli su questo argomento. Non mi hanno mai spinto. Io vedevo i miei genitori che giocavano e da solo mi è venuta questa passione come anche per mia sorella che ha visto giocare me e i miei genitori e ha deciso di intraprendere questa strada.
Il fatto di avere dei genitori molto bravi ti ha creato magari anche indirettamente delle pressioni oppure l’hai vissuta sempre serenamente. Ad esempio la paura di essere criticati mentre si gioca e si commettono degli errori?
Magari leggermente perché ci tenevo e ci tengo a fare bella figura quando ci guardano perché ci guardano sempre ma davvero minimamente, non influisce sulla mia vita.
Tuo padre in una dichiarazione qualche tempo fa ha affermato che tu sei più simile alla mamma, sei più riflessivo e più difensore, secondo te queste due qualità fino a che punto aiutano o possono rappresentare un ostacolo nel basket moderno?
Papà era il migliore nel palleggio, arresto e tiro ed era praticamente immarcabile e questa qualità gli ha permesso di fare una carriera ad altissimi livelli e di restare per tanti anni in A1. Io ho magari più qualità ma meno a quel livello ed essere specialisti in una o due cose aiuta sicuramente di più. Io mia mamma e mia sorella siamo invece molto diversi perché abbiamo anche altre cose però non a quei livelli.
Qual è stato il consiglio più importante che ti hanno dato papà Davide e mamma Paola quando hai deciso di far diventare la pallacanestro anche il tuo lavoro?
Quello di divertirmi e di fare le cose al massimo altrimenti poi tutto il resto non ha senso.
Avete mai giocato “a ranghi misti “una partitella in famiglia?
Mai, mai. Mio padre quando ha smesso si è proprio allontanato dal basket. Da pochi anni, da due o tre ha ricominciato a guardare le partite LNP con l’LNP Pass, perché l’aveva fatto per me e ha iniziato a guardare le altre. Solo Serie B e A2 mentre A1 non le guarda.
Anche perché in A1 c’è Trieste e tra Trieste e Gorizia…
Eh sì sì, può essere, sai della rivalità
Chi è più forte tra di voi?
Papà. Sono cambiati i tempi ma in relazione papà era fortissimo ma anche mamma. Mia sorella è ancora piccola ma potrebbe diventare lei la più forte. È l’unica ad aver vinto un Europeo (under 16) in famiglia.
Quante volte hai perso contro tua sorella Anna magari nell’uno contro uno?
Ho perso una volta al gioco il giro del mondo dove poi si fa canestro da tre. Ho perso una sola volta e poi non ho più giocato.
Nella tua scelta di giocare a Padova quanto ha influito la possibilità di riavvicinarti a casa e alla tua famiglia?
Forse il 90% perché sono undici anni che sono a minimo tre ore e mezzo da casa e avere l’opportunità di riavvicinarmi perché adesso ci torno quando voglio è davvero incredibile e bellissima. Un anno è capitato che non sono mai tornato a casa. Sono andato via il 15 agosto e sono tornato a giugno ed è incredibile avere questa fortuna quest’anno. Sono molto legato alla mia famiglia.
Sei contento di quanto fatto finora in stagione e secondo te siete lì dove volevate essere?
C’è sempre da migliorare. Sono contento e siamo contenti anche se siamo decimi ma siamo tutte lì. Stiamo facendo un bel campionato.
Ti piace o pratichi qualche altro sport oltre al basket?
Seguo un po’ il calcio, il Milan. Guardo gli highlights. Se non c’è qualcuno dei miei amici impegnato in campo non sono molto propenso a guardare gli altri sport.
C’è una che ti è rimasta particolarmente nel cuore tra quelle che hai visto giocare a mamma o papà quando eri bambino?
Purtroppo ero troppo piccolo per ricordarmele. Sono entrato in questo mondo grazie a loro che giocavano.
Allora una partita tua che ti è rimasta particolarmente nel cuore?
Il derby in Supercoppa quest’anno. C’era tanta gente alla Kioene Arena. Quella è stata davvero bella e molto particolare finita col punteggio altissimo. Era nella fase di preparazionequindi eravamo messi malino sia noi che loro.
Ci spieghi il pick and roll?
Aja:-) è più facile a farsi che a spiegarlo! Arriva solitamente la persona più alta della tua squadra a ostacolare vicino a te il difensore avversario che mi difende mentre ho la palla e lo supero grazie al mio compagno che lo sta ostacolando in modo tale da creare un vantaggio…
e poi si passa la palla al pivot…
No io tiro! ahaha
Che ricordo hai di Roseto?
Un bellissimo ricordo ma anche un po’ di rammarico perché sono andato via dopo dodici partite vinte su tredici e quindi mi è dispiaciuto molto. Non ho nessun problema con nessuno, ci siamo lasciati benissimo ma è stata una scelta che mi ha un po’ toccato.
Faccio l’avvocato del diavolo. Grazie alla tua difesa si sarebbe potuto raggiungere l’obiettivo di tornare in A2?
Adesso è facile parlare. Solo alla fine si sarebbe potuto dire. Se fossi rimasto lì l’avremmo potuto vedere e dire e adesso così non so darti la risposta giusta.
Squadra dei tuoi sogni?
Partizan Belgrado. Dovresti vedere che tifo che hanno. 20000 tifosi al seguito nel palazzetto.
Sei mai stato a Belgrado a vedere una partita in Serbia?
No purtroppo. Mio padre ci ha giocato contro ma a Gorizia, anche se loro hanno sempre tantissimi tifosi al seguito anche in trasferta.
In NBA?
Los Angeles Lakers.
Il tuo giocatore preferito?
Pete Maravich.