Ti chiamano “Il Mago” ma tu pensi che in realtà non fai nessuna roba straordinaria, nessuna magia. Gli avversari ti scambiano per un illusionista ma tu con David Copperfield, Aldo Savoldello (in arte Mago Silvan) o addirittura con il grande e simpatico Mago Merlino hai poco da condividere, forse addirittura niente. Eppure tu non sei un mago qualsiasi ma sei “Il Mago” e in meno di un sim sala bim eccoli i primi due punti a referto con il primo pallone giocato. La parola con cui ti chiamano ormai tutti, persino negli States storpiando anche un po’ la pronuncia, deriva dal greco e significa sapiente. Sapiente come la tua schiacciata contro la Spagna durante gli Europei del 2015. Però a pensarci bene, dopo aver rivisto le immagini di quella partia, Italia–Spagna, somigli un po’ a Harry Houdini…lui tirava fuori i conigli dal cilindro mentre nel cilindro butti palloni su palloni e le caselle bianche nel referto di fine partita, quelle sulla linea di fianco al nome tuo recitano spesso un +/- positivo. La palla si vede nelle tue mani e subito dopo il tuo avversario sente “ciaf” e il rumore della stessa che rimbalza sul parquet. Palla che c’è, scompare e c’è di nuovo e voi, signori, dite che non è magia?.
Il 26 ottobre 1985 nasce a Roma Andrea Bargnani.
Pronti via, nemmeno il tempo di sfidare i più grandi nei campetti di periferia che subito arriva la Stella Azzurra e dopo una stagione c’è il Treviso con il quale vinci un Campionato italiano e due Coppe Italia.
Abracadabra l’NBA s’interessa a questo giocatore giovane e forte, bravo a leggere le difese avversarie e a sfruttare al meglio i mismatch. Per la prima volta nella storia del basket d’oltreoceano un italiano (e un giocatore europeo) viene chiamato con la prima scelta assoluta al draft: è il 28 giugno 2006 e la chiamata arriva dai Toronto Raptors. In Canada sceglie la canotta numero sette che è quella con la quale ha esordito nel mondo del basket. “Il Mago Andrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiia Brrrrrrrrrrrrrrrrgnani” si sente urlare nell’ormai ex Air Canada Center. Inizia in sordina e si fa sempre più strada nel mondo del basket che conta. Noi dall’Italia lo tifiamo, ci svegliamo di notte per vederlo giocare in diretta perché siamo orgogliosi e poi anche perché gioca con la squadra che “aveva la maglia del dinosauro qualche anno fa” come dicono coloro che di basket sanno solo che non si tira coi piedi. Gioca e segna con ottime percentuali: nel 2008-2009 31,4%, l’anno successivo 35% poi 35,7 e nel 2011-2012 33,3%.
Ti chiamano i Knicks e anche a New York viaggi con ottime medie: 29.9 il primo anno e 27.1 il secondo. Nel 2015 decidi di provare l’avventura a Brooklin ma i rapporti con i Nets non sono idilliaci e quindi a febbraio il rapporto lavorativo termina bruscamente.
Una telefonata ed eccoti in Europa di nuovo, questa volta in Spagna, al Baskonia. Tra acciacchi e guai fisici riesci a scendere in campo solo in 14 occasioni e a fine 2017 si chiude anche questa parentesi.
Qualche appassionato ti vede a Roma e pensa subito a un tuo ritorno in Serie A1 o magari in A2. Qualcuno giura anche di averti visto allenare perché ci sono gli Europei tra un paio di mesi ma non sarai parte della spedizione azzurra.
In nazionale c’è sicuramente grandissimo rammarico per l’edizione del 2015 quando insieme a Datome, Melli, Belinelli, Gallinari, Hackett, Polonara e Gentile tra gli altri, c’era in Italia la convinzione di poter arrivare fino in fondo. Ci complichiamo subito la vita andando a perdere 87-89 contro la Turchia. Soffriamo tantissimo contro l’Islanda ma la portiamo a casa 64-71. Alla terza giornata battiamo 98-105 la Spagna giocando la miglior partita degli ultimi anni con Belinelli che segna praticamente da ogni posizione e con Bargnani che offre ottimi spunti in attacco. La Germania ci trascina ai supplementari e grazie soprattutto a “Gallo” Gallinari strappiamo i due punti ai tedeschi con il risultato di 89-82. Chiudiamo il girone contro la Serbia che vince 101-82. L’Italia passa e agli ottavi si sbarazza d’Israele 82-52. Ci tocca la Lituania che ha ancora il dente avvelenato per le Olimpiadi di Atene 2004. Vincono i baltici 85-95 dopo 1 tempo supplementare (79-79) ma alla voce punti segnati per gli azzurri leggi: Andrea Bargnani 21. Sai di aver dato tutto, le tue magie le hai mostrate anche in una partita dove forse non sarebbe bastato nemmeno un miracolo per eliminare la Lituania dalla competizione.
Nel 2016 fai il salto nel mondo dello spettacolo. Sei uno dei protagonisti di un simpaticissimo spot per l’Eurolega in stile Ocean’s Eleven dove reciti la parte del seduttore che riesce a rubare la scheda alla barista per permettere a Bourousis e Spanoulis di “acciuffare” il trofeo europeo sulle note del sirtaki.
Tantissimi auguri al nostro “Mago” Andrea Bargnani!