Abbiamo intervistato l’ala della Cestistica San Severo Lorenzo Tortù, professionista nato ad Atri (TE), che sta disputando un’ottima stagione con la maglia della squadra pugliese che si trova sorprendentemente in piena lotta playoff.
Sei stato sempre un giocatore dominante nella Serie B. Cosa ti ha spinto a metterti in discussione e ad accettare la chiamata del S. Severo in A2?
“Andare in A2 era un obiettivo. Negli ultimi tre anni di Serie B non avevo mai ricevuto una proposta ufficiale e quindi appena si è presentata un’occasione l’ho colta al volo perché la ritenevo una cosa più stimolante rispetto al campionato di Serie B”
Siete nella posizione di classifica che ti aspettavi a inizio campionato o pensi di aver fatto di più oppure meno rispetto a quelle che erano le prerogative quando sei arrivato?
“Sicuramente il nostro obiettivo principale che rimane comunque tuttora è la salvezza. Poi è chiaro che durante l’anno avendo preso due americani di cui uno non è mai arrivato come Xavier Moon che ha firmato per l’NBA quest’anno e anche lo stesso Ty Sabin non erano americani conosciuti quindi la nostra squadra a detta di tutti quanti era quella che non avrebbe dovuto vincere nemmeno una partita. Abbiamo però visto che con la voglia e il modo di allenarsi e con il gruppo che abbiamo creato siamo riusciti ad andare parecchio avanti e ci siamo tolti tante soddisfazioni come in Supercoppa e a fine girone di andata del campionato dove siamo arrivati a due punti di distanza dalla qualificazione delle Final Eight di Coppa Italia e quindi, secondo me ad oggi, abbiamo fatto molto di più rispetto a quello che tutti si aspettavano a inizio della stagione ma ti dico che arrivati a questo punto possiamo anche provare a toglierci qualche soddisfazione in più perché il gruppo è forte”
Ottavo posto al momento nel girone rosso e squadra reduce da tre sconfitte consecutive che, a questo punto della stagione, suonano un po’ come un campanello d’allarme o come l’affrontate all’interno dello spogliatoio?
“Chiaramente il girone di ritorno è un campionato totalmente diverso rispetto alle gare di andata. Il livello si alza, ci sono contatti maggiori, le squadre si conoscono di più e ogni gara sembra una partita play-off quindi queste ultime tre partite dopo la sfida di Ferrara dove avevamo speso tantissime energie. Abbiamo racimolato una sconfitta contro Latina con qualche dubbio sull’ultimo non fallo fischiato però siamo un gruppo. Tre sconfitte ora ci possono anche stare per via di un calo fisico ma il campionato è lungo e siamo relativamente tranquilli.“
Lasciando da parte le delusioni contro Latina, Chiusi e Roma, cosa hai visto di positivo nella squadra e nei tuoi compagni per questi risultati che non avete raccolto per una manciata di punti?
“Esattamente. Noi in un anno di partite che facciamo abbiamo preso solo un’imbarcata incredibile da Scafati dove abbiamo perso di 50 punti posso dire che ci poteva anche stare di perdere con uno scarto così ampio in casa loro visto che nessuno ha mai perso lì. Per il resto abbiamo perso sempre con scarti minimi e a causa di alcuni dettagli come ad esempio una palla persa in più o un rimbalzo offensivo concesso quindi di cose positive ne vedo tante e sicuramente dobbiamo lavorare sui piccoli dettagli che i nostri allenatori ci mostrano tutti i giorni nei video e negli allenamenti. Vogliamo vincere almeno altre due partite da qui al termine della stagione.”
Tra le squadre in cui hai giocato qual è stata quella che ti ha lasciato di più sul piano personale e sul piano del giocatore?
“Devo dire che umanamente il primo anno a Salerno quando arrivammo in finale contro Pescara. Quello era un gruppo fortissimo. I classici gruppi dove tutti i componenti della squadra stanno tutti i giorni insieme e in campo eravamo sempre forti e quindi quello fu un anno bellissimo, ma anche gli altri anni mi sono sempre trovato bene con tutte le squadre però quella stagione fu davvero un qualcosa di straordinario.”
Hai anche assaggiato la Serie A1 quando hai vestito la canotta di Pesaro, che tra l’altro ti ha anche traghettato da giovanissimo, nel mondo del professionismo. Cosa ti è mancato, secondo te, per poterti affermare nella massima serie?
“Eh…bella domanda. Sicuramente sono cresciuto più tardi rispetto a quando dovevo essere pronto per giocare in Serie A devono essere sincero perché oggi sono un giocatore diverso rispetto a quando avevo 18 anni e non ero pronto per giocare in A1. Poi cosa manca invece adesso non lo perché fino allo scorso anno giocavo in B e quest’anno mi ritrovo in A2 per la prima volta per confrontarmi anche con un livello più alto, sono soddisfatto però sarebbe un bel banco di prova e una bella sfida.”
Viaggi con una media di 14 punti a partita in questa stagione, come valuti il tuo apporto condito anche da 4.3 rimbalzi?
“Sicuramente non mi posso lamentare perché come ti ripeto al primo anno di A2 aver raccolto finora 22 punti e ritrovarsi la fiducia di tutta la squadra e del coach molto esperto come Bechi, il quale mi da molta fiducia, lo reputo un ottimo campionato fino a questo punto.”
La prossima è in casa contro il Verona. Che gara ti aspetti e come pensi che approccerete il match dopo le tre sconfitte di cui abbiamo parlato prima. Ci sarà la reazione?
“Sicuramente dovremo giocare una partita molto aggressiva. Loro verranno molto carichi dopo la gara dell’andata dove vincemmo di 30 punti a Verona e quindi verranno davvero con la bava alla bocca per provare a batterci in casa. Noi dovremo puntare alla vittoria e giocare fino alla fine in maniera molto aggressiva per restare sempre sul pezzo e mantenere l’asticella sempre molto alta e non dire che siccome arriva il Verona, prima della classe, gettiamo subito la spugna. Dovremo lottare su ogni pallone e su ogni rimbalzo fino alla fine.”
Descrivimi te stesso come giocatore e come persona. Scegli magari tre caratteristiche
“Energico, voglia di fare e solare”
Se non fossi stato un giocatore di basket quale strada pensi che avresti intrapreso?
“Avrei fatto il cuoco”
Eh certo essendo abruzzese, ci sta.
“Arrosticini a manetta (senza sosta). Mi piace cucinare”.