Victoria Libertas Pesaro e Olimpia Milano. Se fosse una gara da nostalgici il risultato sarebbe stato incerto ma forse anche il più ottimista tifoso marchigiano non avrebbe mai potuto immaginarsi di vedere la propria squadra del cuore vincere una grandissima battaglia 85-82 contro la squadra più forte del campionato italiano e una delle migliori a livello europeo.
Prima della palla a due la classifica di Milano dice che i lombardi hanno perso qualche settimana fa per la prima volta in Serie A1 nella stagione corrente sul campo di Trieste (che sta giocando una grandissima stagione) mentre Pesaro dopo l’arrivo di Luca Banchi in panchina è sì in ripresa ma tra Covid e differenza tecnica serve un miracolo. A 17 secondi dalla fine del quarto quarto Delaney spara in faccia a Moretti la tripla del +4. Gara finita avranno pensato tutti. Tutti? Non i giocatori di Pesaro.
Milano arriva carica nella testa e forse meno nelle gambe dopo la grandissima vittoria in Eurolega in casa del Barcellona. Pesaro invece non è riuscita nemmeno ad allenarsi regolarmente per via del Covid e della quarantena che ha costretto i marchigiani a tre allenamenti e basta.
Ultimi secondi da cardiopalma
Dopo 40 minuti giocati ad altissimi livelli con Milano che a fine terzo quarto sul +3 suscita l’impressione di aver trovato la maniera di disfarsi di Pesaro, la squadra di casa trova l’incredibile pareggio grazie alla tripla di Tambone (mvp con 21 punti a referto), all’errore di Hall in lunetta e al sangue freddo di Davide Moretti che ai liberi piazza due su due e impatta a 77. Manca un secondo e Delaney dopo il timeout lombardo prova a giustiziare Pesaro ma il Dio del basket ha altri programmi per questa domenica e si va ai supplementari.
Capitan Delfino, Tambone e Delaney
Tempo supplementare targato grinta difensiva e garra in tipico stile argentino come ci insegna Carlos Delfino mettono Milano in grave difficoltà e la percentuale ai liberi continua a scendere (65.4% alla fine). La squadra di coach Messina prova a giocare anche con il cronometro quando mancano 31 secondi al termine ma Grant sbaglia con Pesaro sopra 83-82. Fallo di Melli su Tambone che fa 2/2 (91.7%). Milano può gestire un solo possesso con 4 secondi e 3 decimi dalla sirena finale e la palla dopo il timeout è nelle mani di Delaney che ci prova dalla lunga distanza ma manca l’aggancio a 85 punti. Sirena. Festa con i giocatori di Pesaro che alzano la gara al cielo. Il post della società a fine gara riassume bene quanto accaduto e di come abbiano vissuto questi momenti i giocatori: TUTTOOOOOO! PIU’ FORTI DI TUTTOOOOO!!!
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A fine gara Ettore Messina fa i complimenti agli avversari, Pozzecco (vice di Messina) abbraccia Delfino (Atene 2004, Argentina v Italia i due si giocarono la medaglia d’oro da avversari). Vince Pesaro, vince anche il basket, non tanto per il risultato (non ce ne vogliano i tifosi di Milano) ma per lo spettacolo offerto dalle due squadre in campo. Applausi agli interpreti di questa sfida.
Le voci dei protagonisti:
Luca Banchi (coach Pesaro): “Bravi ad andare oltre le difficoltà che non ci hanno permesso di prepararci al meglio. Approccio giusto che ci ha dato col passare dei minuti la consapevolezza di restare in scia di Milano. Vittoria pesante in chiave salvezza ma ora pensiamo alle prossime sfide molto importanti. Sono orgoglioso nel veder giocare i miei così”.
Matteo Tambone (mvp, Pesaro): “Incredibile vittoria anche per le premesse che si erano create prima della gara e bravi tutti a dare il massimo. Ogni match ha un protagonista diverso ed è bello così. Ora testa a Brescia perché in caso di vittoria possiamo puntare a qualificarci alle Final Eight di Coppa Italia.
Ettore Messina (coach Milano): “Complimenti a Luca e al suo staff. Moretti e Tambone decisivi nel risolvere la partita. Tambone con i tiri da fuori mentre Moretti per come ha gestito il ritmo partita. Noi nei minuti finali abbiamo fatto delle scelte sbagliate e dilapidato il vantaggio che ci avrebbe permesso di chiuderla e vincerla nei 40 minuti. Troppi liberi sbagliati e dobbiamo lavorare su alcuni difetti come la concessione del tiro da tre”.