38387 punti che si traducono in miglior marcatore della storia NBA.
Una vita che sorride a LeBron James dopo che gli ha voltato la faccia negli anni più spensierati e belli, quelli della gioventù.
Gli anni duri
La madre Gloria è sola e abbandonata al suo destino da ragazza minorenne che deve però ora badare al piccolo LeBron, appena nato, in una fredda Akron, a poche ore dall’arrivo del 1985. Gloria James rispecchia la storia di migliaia di donne afroamericane che arrancano negli Stati Uniti di metà anni 80. Il padre biologico di LeBron James (mai conosciuto) non vuole caricarsi sulle spalle la famiglia e la responsabilità di crescere un bambino frutto di un rapporto occasionale. Da piccolo LeBron amava il Wrestling ma poi un canestro e una palla a spicchi ricevuti come regalo all’età di tre anni diventa amore a prima vista. La madre fa quello che può per tirare avanti, contando sull’appoggio dei suoi due fratelli e di qualche cugino e qualche amico. La madre spesso usciva con gli amici e James addirittura saltava la scuola restando a casa a giocare. fino ad arrivare all’estate del 1993.
L’estate del 1993 vede Gloria James in lista d’attesa per una casa popolare che non arriva mai e la pazienza di un suo amico ormai al limite. Mentre Gloria è seduta sulla piccola scalinata con LeBron James che gioca con altri bambini Bruce Kelker, allenatore di Football, nota il giovane James. Ha el caratteristiche perfette per diventare un giocatore di football e così chiede a Gloria di sistemarsi nella sua abitazione. Durerà poco perché la fidanzata di Kelker pensa che vivere in 4 in quella casa non è affatto comodo. La madre pensa addirittura di lasciare LeBron a qualche parente.
A questo punto della storia entra in gioco il compagno di scuola Frankie Walker Jr. che racconta al padre, allenatore di football ma appassionato di basket, di dare un’occhiata a Lebron James. Un’altra storia dice che sarà lo stesso Kelker a parlare a Walker. Walker riconosce le grandissime doti atletiche di James nonostante la pesante sconfitta patita nell’uno contro uno contro il figlio e propone a James di trasferirsi a casa sua, da solo. Dopo un incontro con la madre, le due parti sono d’accordo.
Prime vere amicizie i “Fab 5”
Ragazzi promettenti e con la testa sulle spalle provenienti da Akron. In particolare Dru Joyce III che poi avrà una carriera tutta in Europa tra Germania, Polonia e Bielorussia, con il quale LeBron trascorre intere estati insieme alla sua famiglia. Poi ci sono anche Sian Cotton, William McGee e Romeo Travis e loro 5 insieme formano una squadra di basket che demolisce gli avversari in AAUU. I 5 amici fanno un patto: andare tutti nello stesso college e così fanno, scegliendo la St. Vincent–St. Mary High School, scuola di prevalenza bianca e filo-cattolica con un coach, Keith Dambrot, che arriva dal Michigan dopo essere stato licenziato per aver indirizzato epiteti troppo duri contro i suoi ragazzi.
LeBron viaggia con una media di 18 punti e 6 rimbalzi, la squadra vince 27 partite su 27 e si laurea Campione di Division III.
Il resto è storia.