Tutti si aspettavano Messi e invece il salvatore della patria “albiceleste” è un altro, giovanissimo e talentuoso che ha dovuto aspettare il suo momento prima di poter mostrare a Scaloni di essere indispensabile per la sua nazionale.
Nello sciagurato esordio a questo Mondiale l’Argentina è stata ribaltata e battuta a sorpresa dall’Arabia Saudita per 1-2 e l’ingresso in campo di Enzo Fernandez al 59′ non è servito per portare a casa almeno un punto.
Momento chiave
Minuto 57 di Argentina v Messico. Tocca a Fernandez che prende il posto di Rodriguez. Sudamericani bloccati sullo 0-0 e quasi fuori dal Mondiale. L’Argentina non gira, non trova spazi e il Messico può anche speculare sul pareggio in vista dell’ultima sfida contro la modesta ma battagliera Arabia Saudita. Con l’ingresso del centrocampista del Benfica cambia il volto della partita e da una sua giocata parte l’azione che porta Messi a buttare dentro l’1-0. Il Messico prova a reagire.
Magico Fernandez
All’87’ Fernandez riceve palla da Messi, dribbling secco e tiro a giro sotto l’incrocio. Una rete alla Maradona o alla Messi o semplicemente una marcatura alla Enzo Fernandez, il tuttocampista che Scaloni aveva già voluto nella Nazionale under 18 e che nel campionato argentino aveva già fatto innamorare i tifosi per le sue giocate e le sue reti.
Le chiavi del centrocampo
Anche contro la Polonia Enzo Fernandez ci mette del suo. Tanta sostanza e l’assist per Alvarez che mette la parola fine con il 2-0 sui polacchi, che passano comunque il turno. Argentina in festa ma soprattutto in testa al girone e ora sotto con l’Australia.
Un “Gordo” tifoso del River
Tifoso viscerale del River Plate chiamato Enzo dai genitori in onore del grande Principe Francescoli. Nella traiettoria argentina è riuscito a diventare anche un calciatore proprio dei Millonarios giocando 40 gare e segnando 10 gol con la maglia rojablanca. Ha vissuto da tifoso la caduta in B di una delle più grandi squadre del panorama calcistico sudamericano ma anche la vittoria della Libertadores contro l’acerrima rivale del Boca Juniors e a tal proposito c’è un aneddoto molto divertente che riguarda proprio la finalissima continentale: per la prima volta stava guardando una gara del River con la sua fidanzata Veronica Cervantes ma siccome a fine primo tempo la sua squadra era sotto 1-0 ha fatto allontanare la ragazza per scaramanzia o come direbbero da quelle parti perché “es mufa” (porta sfortuna). Il River poi vinse la partita poi ai supplementari. “Gordo” è il soprannome che gli avevano dato in famiglia in quanto paffutello e poi ripreso dai tifosi per differenziarlo dall’altro Fernandez, Perez.
Al Benfica
D’estate ci ha provato senza successo il Milan. Si fa avanti il Benfica che mette sul piatto 12 milioni più 6 di bonus ma c’è la clausola che richiede il River di lasciare Enzo in Argentina fino alla fine della Libertadores, quindi fino a dicembre. Il River esce dalla competizione molto presto e quindi Fernandez può raggiungere il Portogallo dimostrando fin da subito in Champions League di che pasta è fatto con 3 reti e con il Benfica che chiude davanti al PSG.
Qualità e visione di gioco. In mezzo al campo comanda Enzo “El Gordo” Fernandez.