Essere il portiere di Maradona è un etichetta dura da sopportare ,specialmente per un uomo, ancora prima che un atleta, ordinario.
Giuliano Giuliani era questo ,un uomo ordinario ,un atleta ordinario. Senza grilli per la testa ,ne immerso in storie di gossip. Buon portiere ,con discreta tecnica, ha sempre lasciato poco spazio all’estrosità tipica dei numeri 1, preferendo la regolarità e il senso di posizione come skill tecniche. Si era formato come professionista nell’Arezzo, squadra della città dove ha abitato fin da piccolo. Passa poi al Como e dopo uno storico 9⁰ posto, va poi al Verona che ha appena vinto un memorabile tricolore . Esordisce così in Coppa dei Campioni e incrocia la sua strada in Serie A con uno di quei giocatori che diventerà un suo amico: Diego Armando Maradona.
Il fuoriclasse argentino segnerà a Giuliani un indimenticabile gol da 40 metri, passato alla storia come uno dei gol più belli del Pibe. Ma Giuliani si può vantare di avere un record nei confronti di del talento di Villa Fiorito, ovvero avergli parato 2 rigori così come nessun altro portiere è mai riuscito contro el Diez.
Il premio per la sua regolarità è proprio approdare al Napoli, col quale vince una Coppa Uefa e il secondo scudetto . Fino a qui tutto bene. Questo sembra essere proprio il picco più alto raggiunto da un atleta serio e ordinario, ma il destino spesso si diverte a rovinare le cose troppo belle, e appena vinto il campionato, il suo contratto col Napoli non viene rinnovato e viene ceduto all’Udinese in Serie B. Gioca un paio di anni ancora, ma c’è un demone in agguato nella sua vita che sarà la causa della fine di tutto. Come su una giostra spericolata in un parco divertimenti, questo demone prenderà la carriera e la vita dei Giuliani per sbatterla al tappeto nel momento del suo massimo apice. Questo demone non ha un volto o forse sì, ma non è il volto che è importante in questa storia, lo è invece il nome, perché il demone è l’HIV. Giuliani sprofonda in una depressione comprensibile che fa naufragare il suo matrimonio e ovviamente conclude la sua carriera. Nascono le prime indiscrezioni, le prime mezze notizie vendute alla carta stampata; sembra che il giocatore abbia tradito la moglie ad una festa di compleanno di Maradona in Argentina e abbia contratto l’HIV. In silenzio, con il suo riserbo, esce dai radar del sistema calcio per trovare un equilibrio in una situazione oramai in caduta libera. Dimenticato, a soli 38 anni per una crisi polmonare dovuta allo stato molto avanzato della malattia, se ne va il 14.11.1996 Giuliano Giuliani .
“Tutti spariti” dirà la ex moglie, ” quando Giuliano si ammalò lo lasciarono da solo, era diventato un fantasma. Lo incrociavano e facevano finta di non riconoscerlo” .
La solitudine si sa, è una cosa brutta, che prende alle spalle persone preparate e gli rende la vita amara, ma quando lo fa con chi preparato non lo è allora è li che comincia l’inferno.
Dalla morte di Giuliani ad oggi sono passati 25 anni, un tempo nel quale troppo poco è stato fatto per ricordare un uomo da un mondo, (quello del pallone), che sempre più veloce ti prende, sfrutta il tuo talento e ti consuma senza preoccuparsi degli “effetti collaterali “.
C’è però un mondo di farla in barba al destino, il ricordo. Ogni ricordo è come se fosse una parata di Giuliani, ed allora vola ancora ,noi non ti abbiamo dimenticato.