Sarà l’aria di mare o forse il dolce profumo della primavera che incombe, sarà il clima surreale del PalaMaggetti soprattutto durante la finale o probabilmente la garra, che noi da queste parti chiamiamo più “cazzimma”, sarà che il nome del Roseto nel mondo del basket che conta ci è sempre stato e vederlo lontano da quello che ricordiamo negli anni d’oro della pallacanestro abbia dato quella spinta in più a tutta la città.
Mille i fattori di contorno di una tre giorni con immersione totale sul parquet piuttosto che nel blu del mare Adriatico calmo, piatto e distante soltanto pochi passi. A Roseto di burrascoso e tempestoso c’è il finale del match contro Cividale che a 1:35 dall’ultima sirena mette il naso avanti. Un sorpasso che avrebbe potuto piegare le gambe a qualsiasi squadra tranne alla Liofilchem Roseto, letteralmente spinta, come ha dichiarato anche coach Danilo Quaglia dopo la partita, dal caloroso, quasi infiammato, pubblico di casa.
Sembrava quasi di essere tornati agli anni della Serie A1 con una città intera che si è fermata da quelle che sono le abitudini domenicali per andare a supportare gli “squali”.
‘Superba è la notte’
Nella prima gara del venerdì contro i Bisceglie Lions (78-60 il finale) l’equilibrio dura solo un quarto perché poi la Liofilchem Roseto scappa via e il vantaggio permette agli abruzzesi di dosare anche bene le energie in vista poi della sfida in semifinale contro la Fortitudo Agrigento che, anche un po’ a sorpresa, fa fuori la Kienergia Rieti nell’ottavo di finale giocato alle 18. Roseto che vince la gara ma perde il “sindaco” Nick Mei per un fastidio al tendine d’Achille avvertito dopo aver infilzato la retina con una bomba da tre.
‘Il sabato del villaggio’
C’è una semifinale da giocare alle 20.45 e il pubblico risponde presente alla serata di basket. L’appuntamento romantico e galante tra fidanzati, la bibita con gli amici, Netflix o un qualsiasi programma televisivo da guardare con il proprio partner vengono posticipati alle 23:00 circa, dopo la sfida contro la Fortitudo Agrigento.
I siciliani partono fortissimo e la Liofilchem Roseto fatica nei primi due quarti a tenere il ritmo e soprattutto a contenere Alessandro Grande (14 punti) e alla sirena dell’intervallo il tabellino recita 37-45 per Agrigento. Nello spogliatoio del Roseto è successo qualcosa di positivo: “Ci siamo detti chiaramente che così non sarebbe potuta andare avanti la partita”, ha dichiarato Edoardo Di Emidio a fine gara. Proprio lui, rosetano al 100%, rientra in campo affamato di vittoria perché questa coppa lui voleva a tutti i costi e a pagarne le conseguenze della rabbia agonistica sono proprio gli avversari che cominciano a litigare con il canestro e a sbagliare anche quei tiri che nei primi 20 minuti sembravano entrare anche ad occhi chiusi. Roseto alza l’intensità difensiva, Di Emidio chiude la partita con 19 punti, 3 assist, 2 rimbalzi e 3 palle recuperate, 5 falli subiti e un 23 di valutazione e alla sirena lunga il tabellone segna Liofilchem Roseto 84 – Fortitudo Agrigento 68.
‘Ed è subito sera’
Domenica, classico pomeriggio di sole e di tranquillità in quella che un giorno, ma parliamo di tempi antichi, veniva chiamata la perla dell’Adriatico. Per le vie del lungomare di Roseto degli Abruzzi dove di solito incontri tanti compaesani non vedi quasi nessuno. Sono tutti al PalaMaggetti ci dice un signore che incontriamo e che va di fretta perché anche lui sta raggiungendo il templio del basket abruzzese. Quando arriviamo anche noi la Coppa Italia è lì al centro e da una parte e dall’altra si scaldano le due squadre. Qualcuno tra le fila del Roseto getta l’occhio sul trofeo, Valerio Amoroso lo guarda e riguarda e lancia alla coppa anche qualche occhiataccia come se volesse in un certo modo minacciarla e costringerla a restare a Roseto degli Abruzzi. Il clima è abbastanza tranquillo, almeno all’apparenza. Si ride e si scherza, volti distesi. Edoardo Di Emidio fissa un pallone, intensamente. Andrea Pastore si scalda dalla lunga distanza, coach Danilo Quaglia saluta e abbraccia il playmaker degli avversari Eugenio Rota. Palla a due alle ore 16:30.
La gara inizia e i “padroni di casa” giocano quasi sul velluto. Di Carmine, l’ultimo arrivato in casa Roseto, s’inventa un canestro in rovesciata che inseriranno come una delle sette meraviglie del mondo, non ci sono dubbi. I primi due quarti scivolano via verso quella che sembra una comoda domenica di sport e di gioia per il popolo biancazzurro che chiude avanti 43-32. Le uniche perplessità sulla gara, tra i tifosi in tribuna, riguardavano le energie di un Roseto che aveva giocato la semifinale alle 20:45 della sera prima mentre Cividale era scesa in campo alle 13:30 del sabato. Pensieri che diventano fatti reali quando la stanchezza affiora inevitabilmente nel terzo quarto e Cividale ne approfitta e con un guizzo d’orgoglio e di bravura trova il pari (56-56) al minuto 30.
L’atto conclusivo è una montagna russa alla quale ti hanno inchiodato per fare il giro da collaudatore. Un sali e scendi di emozioni con tanti errori (13-9 il parziale di quarto) ma con l’adrenalina in corpo dei giocatori mista alla voglia di vincere e alla spinta dei tifosi rosetani. I giocatori del Roseto appaiono stanchi e sulle gambe e la tripla di Chiera del 63-65 a 1:35 dall’ultima sirena suona quasi come una sentenza.
Entriamo nell’ultimo minuto, precisamente a 54 secondi dalla fine, con Rota che, tra i fischi assordanti della bolgia rosetana, porta avanti il pallone mentre Cividale è sopra 64-65. L’impressione è che questa sia l’azione decisiva per aggiudicarsi la Coppa Italia. Parte Rota inseguito da Zampogna che cade dopo un contatto sia con il play avversario che con Paesano e arriva il fischio arbitrale che segnala fallo di sfondamento in favore degli abruzzesi. Cividale perde le staffe con il presidente che grida più volte allo scandalo. I titoli di coda li scrivono Valerio Amoroso con un canestro da due punti e un libero su due a segno e Edoardo Di Emidio con un altro perfetto viaggio in lunetta a piazzare quel solco decisivo che consegna alla Liofilchem Roseto la Coppa Italia di Serie B 2022 dopo quasi 24 lunghi anni di attesa dall’edizione vinta dai biancazzurri a Biella. I tifosi del PalaMaggetti straripano di gioia sul parquet e i giocatori possono festeggiare.
Edoardo Di Emidio viene anche scelto come MVP dell’evento. La Liofilchem Roseto vince la Coppa Italia e come cantano i tifosi:
“Magico Roseto vola e la curva s’innamora”.