Francesco Papa, ala forte classe 1995, è tornato a Roseto degli Abruzzi da avversario con la canotta della Kienergia Rieti per la settima gara della Serie B Girone C.
Il legame degli ex giocatori della squadra abruzzese con la città e soprattutto con la gente è spesso talmente forte che anche dopo diversi anni tra professionisti e tifosi c’è sempre il piacere di rivedersi e poco importa il colore della nuova casacca.
Francesco ha disputato due stagioni nelle giovanili e una terza da aggregato e ha speso parole di elogio per la cittadina adriatica: “Roseto è una città che lascia tanto. A me personalmente ha dato tanto, mi ha fatto crescere. Qui a Roseto ho capito che avrei potuto fare il giocatore di pallacanestro, ho iniziato a capire che questo sport sarebbe potuto diventare parte della mia vita”.
Dopo aver lasciato l’Abruzzo e aver giocato a Cesena e Fabriano, perché hai scelto Rieti e che tappa rappresenta per la tua carriera?
“Rieti è soprattutto una grande piazza e dopo la stagione a Fabriano avevo voglia di una piazza importante come quella di Rieti”. Il numero 3 dei laziali sottolinea anche un dato dolente per i tifosi della squadra reatina che spera possa risolversi in fretta: “Purtroppo per problemi per ora non risolvibili del palazzetto i nostri tifosi che sicuro verrebbero come succede anche a Roseto non possono venire perché il palazzetto è inagibile.”
La scelta della squadra è molto chiara: “Ho puntato su Rieti perché sono stato il primo innesto voluto dall’allenatore e la piazza è molto importante e quindi non potevo dire di no”.
La Kienergia sta giocando un basket di altissimo livello e prima della gara persa a Roseto i laziali erano in testa proprio con Liofichelm Roseto, Andrea Costa Imola e l’altra acerrima rivale cittadina della Real Sebastiani Rieti a quota 10 punti. Vincere in Abruzzo è una missione quasi impossibile per chiunque ma bisogna comunque provarci: ” La sconfitta al Palamaggetti ci può stare anche se in verità posso dirti che noi ci credevamo molto alla possibilità di tornare a casa con i due punti in tasca ma so benissimo che andare a Roseto e vincere è molto difficile.”
A Roseto lo abbiamo visto sempre pronto ad aiutare i suoi compagni, soffrire quando era seduto in panchina e con la voglia di giocare una gran partita. Ha chiuso con 14 punti, 6 rimbalzi e 1 assist ma è stato indispensabile anche nel dirigere i suoi colleghi in campo risultando alla fine uno dei migliori al suono finale della sirena. Si vede che c’è un gran sintonia nello spogliatoio e in campo: “Ci aspettiamo una stagione di alto livello ma non alziamo mai la cresta e voliamo sempre basso. Sappiamo quanto valiamo e stiamo cercando di costruire un gruppo molto unito sia fuori che dentro al campo”.