Vera fuga o una partenza sprint che lascerà con il fiato corto in vista del traguardo?
È questo che, sotto sotto, tutti si domandano guardando i risultati strabilianti del Napoli di Spalletti.
Contro il Sassuolo è arrivato l’ennesimo successo con un travolgente 4-0, un risultato senza diritto di repliche che pone i partenopei al primo posto solitario della classifica.
Mentre le altre arrancano, Spalletti & co. viaggiano sereni e tranquilli macinando gioco, distruggendo avversari ed inanellando un risultato prestigioso dopo l’altro senza far sconti a nessuno, che siano Roma, Lazio o Milan in campionato oppure Liverpool, Ajax e Rangers in Champions League, nonostante l’ultimo ininfluente incidente di percorso di ieri sera contro i “Reds”.
Una cavalcata imperiosa, forse senza precedenti nella storia del club partenopeo (13 le vittorie consecutive tra campionato e coppe).
Napoli in fuga
Ma durerà? Riuscirà Spalletti a convincere gli scettici portando a compimento un vero e proprio capolavoro impronosticabile alla vigilia o prima o dopo dovrà fare i conti anche lui con un calo di rendimento, con situazioni avverse e con la rimonta di avversari decisamente attrezzati e vogliosi di ristabilire le gerarchie?
Dando un’occhiata alle “rivali” del Napoli capolista non si può non notare che il solco che i biancoazzurri stanno scavando con le altre diventa ogni domenica più importante e che la prima inseguitrice è un’altra “protagonista inaspettata”: l’Atalanta di Gasperini.
Orobici veri antagonisti?
I nerazzurri bergamaschi dal canto loro stanno approfittando della mancanza di impegni infrasettimanali (cosa che al Gasp non accadeva da parecchio tempo) anche se la qualità del gioco, l’aggressione ed il pressing che li avevano resi celebri nel recente passato sembrano ora un lontano ricordo e pure i risultati al momento favorevoli, non sono convincenti come in passato.
La scoppola presa solo pochi giorni fa nello scontro diretto casalingo contro la Lazio di Sarri ne è una fragorosa testimonianza. Uno 0-2 che ha costretto il tecnico della Dea all’onore delle armi.
Una sconfitta che ha fatto porre diverse domande sul reale valore delle due contendenti.
Milan in emergenza
Ad un solo punto di distanza c’è il Milan, costretto ad affrontare un’emergenza continua con assenze prolungate in ogni settore del campo. L’impegno in Champions è duro da affrontare ed il match di Torino ne è una controprova evidente. L’anno scorso non ci sarebbe stata partita, domenica scorsa è stato un calvario dal quale il Diavolo è uscito con le ossa rotte (il risultato non inganni, su quello pesa una topica evidente dell’arbitro).
Occhio a Re Mou
Un altro punto indietro ed ecco la Roma di Mourinho, accreditata come una delle possibili vincitrici ha dovuto presto fare i conti con l’infortunio di Wijnaldum, uno degli elementi che doveva dare consistenza e geometria al centrocampo cui è seguita, dopo poco, la proverbiale altalenanza di Dybala (ora fuori fino a data da definire). Il gioco, per il tecnico portoghese, non è una priorità da tempo ormai (forse dal Porto campione d’Europa), il suo mantra è vincere, ad ogni costo, ma gli elementi a disposizione al momento gli impongono soltanto di capitalizzare al massimo in attesa di tempi migliori.
Lazio a intermittenza, Inter senza corrente
Ad inseguire staccata di una sola lunghezza ecco la Lazio di Sarri, capace di grandissime prestazioni (vedi Inter e Atalanta) ma anche di cadute vergognose (Midtjylland e Salernitana domenica scorsa). Gioco a tratti spettacolare ma anche discontinuità paurosa, una squadra totalmente imprevedibile.
Insieme alla Lazio l’Inter dello sbertucciato Inzaghi, vera grande delusa finora del campionato che, tra alti e bassi incredibili, sta cercando di ricostruire una propria immagine dando continuità ai risultati (4 vittorie consecutive al momento) senza però ancora convincere più di tanto.
Sprofondo Juventus
Chi non convince proprio è la Juventus che, per quanto oscena dal punto di vista del fraseggio, ha la miglior difesa del campionato ed è reduce da 3 vittorie consecutive (contro avversari, ad onor del vero, di modesto livello). Riuscire a riportare tra le prime quattro del campionato questa Juventus sarebbe una vera e propria impresa soprattutto considerando la latitanza di Pogba, Di Maria e Chiesa e l’inutilità di Paredes.
Considerando quindi la situazione attuale delle contendenti c’è di che sorridere sulle pendici del Vesuvio ma la scarsa propensione di Spalletti ai “momenti avversi”, il suo carattere fumantino nascondono insidie al momento imprevedibili così come l’entusiasmo trascinante partenopeo che, se non dosato a dovere, può trasformarsi rapidamente in un’arma a doppio taglio mortale.
La pausa per i Mondiali qatarioti è ormai alle porte, sarà un beneficio o determinerà un’inversione di tendenza clamorosa come quella che nel 2019 arrestò la cavalcata trionfale della Lazio di Inzaghi?