Negli anni novanta era appena cominciata la moda di puntare molto sui giocatori provenienti da altre nazioni. In Italia, nel campionato allora più bello e difficile al mondo, arrivarono giocatori di grandissimo calibro, i migliori da ogni angolo della terra per misurarsi nella Serie A. C’era da poco stata anche la sentenza Bosman che aveva definitivamente abbattuto gli ultimi ostacoli.
Un Piacenza tutto italiano
C’è però un club emiliano che per otto anni decide di prendere le distanze da questa moda e decide di puntare tutto su giocatori italiani (e qualcuno poi ha fatto la storia anche di altri club e della nazionale): il Piacenza che dalla stagione in Serie B datata 1992/1993 e guidato da Gigi Cagni propone una rosa di giocatori esclusivamente di nazionalità italiana. In quella stagione ci pensa Totò de Vitis a far sognare i tifosi emiliani con 19 reti e con una promozione che arriva all’ultima giornata grazie all’incredibile crollo dell’Ascoli contro il Padova nella ripresa con i marchigiani avanti 0-2 all’intervallo. La gara viene capovolta dai veneti e il Piacenza con la vittoria sul Cosenza e il raggiungimento del quarto posto festeggia la promozione in A.
Mercato in entrata di un certo calibro
Arrivano Massimo Taibi tra i pali, Marco Ferrante in attacco che poi nel corso della stagione farà coppia con Piovani. In difesa Lucci, Maccoppi, Cannarante e Polonia e a centrocampo Moretti, Suppa, Papais e Iacobelli. La stagione risulta essere da cardiopalma con l’eliminazione ai quarti di finale di Coppa Italia e con la retrocessione maturata nell’ultima giornata dopo il pareggio a reti bianche contro il Parma.
Ritorno in B e pronta risalita in A
Il ritorno in B è solo un anno di transizione. Il Piacenza torna subito nel calcio che conta grazie soprattutto ai gol del giovane Pippo Inzaghi che passerà poi al Parma a fine stagione. Durante il mercato estivo cede altri pezzi forti del suo organico come De Vitis, Suppa e Iacobelli e punta, grazie come sempre alla lungimiranza del presidente Garilli, a una salvezza tranquilla in A per via degli innesti di Carbone e Conte in difesa, Di Francesco e Corini a centrocampo, Caccia e Cappellini a rinfoltire il reparto avanzato.
Il “Toro di Sora”
Per la nuova stagione in massima serie arrivano Valtolina e Pasquale Luiso, un attaccante col facile vizio del gol. 14 marcature e l’indimenticabile rovesciata che permette agli emiliani di vincere 3-2 contro il Milan. Risulta poi decisivo con una doppietta anche nell’ultima di campionato contro il Cagliari. La vittoria sui sardi grazie soprattutto all’ottima prestazione del “Toro di Sora” significa di nuovo salvezza.
Da Vierchowod a Stroppa passando per Simone Inzaghi
Il Piacenza riesce a trovare la sua dimensione in Serie A nei due anni a seguire grazie all’aiuto di Stroppa, Rastelli, Vierchowod, Lucarelli e Simone Inzaghi, il quale diventa il miglior marcatore in una singola stagione nel massimo campionato italiano per gli emiliani con 15 marcature.
Dopo tre salvezze consecutive il Piacenza torna nella serie cadetta. Si tratta di nuovo solo di un arrivederci perché arriva subito la promozione in Serie A ma ormai il modello tutto italiano del club biancorosso finisce con gli acquisti di Amauri e Matuzalem nell’estate del 2001.
Dalla A al fallimento
Finisce così la storia di un club che ha raggiunto traguardi importanti e ha raccolto simpatie in tanti luoghi in Italia. Il “nuovo” Piacenza di Serie A propone in attacco un certo “Bisonte” Dario Hübner da subito grande beniamino dei tifosi. Di quella squadra di primi anni del 2000 fecero parte anche Paolo Poggi, Sergio Volpi, Carmine Gautieri, Hugo Campagnaro ma dall’ultima retrocessione datata 2002-2003 i Lupi non sono più tornati in Serie A, anzi, sono dovuti ripartire dopo 93 anni di storia praticamente dall’Eccellenza visto il fallimento avvenuto il 19.06.2012.