Dopo settimane tormentate “il barba” approda ai Los Angeles Clippers ponendo fine a mille illazioni e polemiche scatenate fin dal famigerato “MEDIA DAY” al quale James Harden, unico tra i protagonisti NBA, non si era fatto vivo.
Il campione dei 76ers, che si era ridotto l’ingaggio per permettere ai Philadelphia 76ers di ingaggiare PJ Tucker e Danuel House con la “promessa” che si sarebbe arrivati ad un’offerta sontuosa (max salariale) durante la scorsa finestra di mercato, accortosi in estate della mancanza di volontà di Daryl Morey in tal senso, ha definito il presidente di Phila un bugiardo rompendo qualsiasi tipo di legame con la franchigia dello Stato della Pennsylvania.
La fine della storia è di poco fa, Harden è stato spedito a Los Angeles nell’ambito di una trade che ha visto accompagnarlo PJ Tucker ed il giovane serbo Filip Petrusev mentre a Philadelphia andranno scelte al draft oltre a Marcus Morris, Robert Covington, Nic Batum e K.J. Martin.
Prosegue quindi il suo pellegrinaggio alla ricerca di una sistemazione che gli consenta finalmente di lottare per il titolo.
Da Houston si era legato al progetto folle dei Brooklyn Nets insieme a Durant ed Irving, fallito tristemente tra infortuni ed incompatibilità varie, poi era approdato a 76ers pieno di belle speranze, fiducioso di comporre con Embiid un duo veramente speciale, ma anche qui un bel nulla di fatto.
Ecco quindi la separazione ed una nuova pagina, nella splendida California delle stelle, con i Clippers sempre desiderosi di permettere a Kawhi Leonard e Paul George di portare la franchigia a recitare un ruolo di assoluta protagonista e non di sorella povera dei blasonatissimi Lakers.
La stagione appena iniziata è partita con il piede giusto, coach Tyronn Lue può finalmente contare sulle straordinarie doti del duo di cui sopra e di un Russell Westbrook desideroso di dimostrare al mondo intero di non essere finito totalmente.
Certo non è proprio una squadra di giovani promesse quella messa a disposizione di Lue, piuttosto pare un ritrovo di vecchi marpioni pronti a battagliare per conquistare ancora qualcosa di importante.
Tra questi è sicuramente Khawi Leonard quello da cui ci si aspetta di più. Sempre alle prese con infortuni che spesso ne hanno rallentato una straordinaria carriera, il fuoriclasse nato proprio a Los Angeles, può ancora dare moltissimo alla NBA soprattutto se supportato da par suo da un altro campione spesso ai box come Paul George (anche lui da tempo immemore non supera le 60 gare a stagione).
Una squadra ricca di talento, di All Stars, di gente che da sola farebbe la differenza in una sola squadra: sarà abbastanza per lottare per il titolo?
Finora gli esperimenti in tal senso sono naufragati miseramente, la tendenza a metter su squadre per vincere si sta rivelando totalmente sbagliata soprattutto quando non si punta su una strategia chiara, mirata a creare un team equilibrato e non un’accozzaglia di funamboli con doppioni e triploni in un ruolo lasciandone altri totalmente scoperti.
Ma lo sport è ricco di storie appassionanti che sovvertono i pronostici e chissà che Harden & co non riescano a stupire tutti andando alla conquista di un titolo che, ad oggi, non li vede di certo tra i favoriti.