Una vita spesa con addosso i colori della stessa squadra. Guy Roux, ormai ex allenatore classe 1938 è stato un fedelissimo del club francese tornato in Ligue 1 dopo essere retrocesso nel 2012 ma il tecnico nato nella regione dell’Alto Reno aveva già dismesso i panni del coach da 7 stagioni.
Per un pugno di franchi
Guy Roux aveva cominciato a giocare proprio tra le fila dell’Auxerre dove rimase per tre stagioni prima di passare alo Stade Petvain e poi al Limoges. A soli 22 anni decide però di abbandonare il calcio giocato e intraprendere le vie che conducono a quello del calcio analizzato e gestito dalla panchina. Guy, giovanissimo, accetta l’incarico che gli viene proposto anche un po’ a sorpresa dall’Auxerre che milita nella terza serie del campionato francese. Lo stipendio era di 600 franchi mensili e rifiutando i premi partita.
Ascesa e la forza dei giovani
Comincia quindi l’ascesa della squadra della Borgogna guidata per quasi 44 anni che gli valgono il record di tecnico più a lungo legato alla stessa compagine con 15000 giorni di attività e record di panchine nel massimo campionato francese.
L’Auxerre puntava moltissimo sui giovani di talento riuscendo così a scalare le classifiche. Nel 1974-75 sono in Serie B francese mentre dal 1979-80 fino all’ultima stagione di Roux sulla panchina l’Auxerre non è mai retrocesso, anzi è anche riuscito a vincere un campionato nel 95-96, 4 Coppe di Francia e una Coppa Intertoto.
Giovani diventati campioni
Tra i tanti giovanissimi talenti che l’Auxerre e Roux hanno formato e poi lasciato partire ci sono Taribo West, Philippe Mexès, Djibril Cissé e Bacary Sagna per citarne alcuni. Tra tutti però bisogna assolutamente ricordare una vera e propria icona del calcio mondiale: Éric Cantona.
Il personaggio
Una figura emblematica quella dell’allenatore sempre pronto a difendere a spada tratta i giocatori in campo. Simpatico, polemico, in grado di ironizzare e provocare stuzzicando gli avversari. Uomo che però faceva della disciplina il punto di forza. Girava tutte le discoteche della Borgogna per controllare i suoi giocatori o addirittura guardava anche i contachilometri delle macchine. Maniacale nell’essere una guida e nell’impersonificare la sua immagine intrinseca con quella della squadra: segue tutte le gare delle giovanili dell’Auxerre. Sa bene che a causa dei mezzi economici non al pari delle grandissime di Francia, per avere successo bisogna puntare sui giovani.
L’opera d’arte del 95-96
Campioni di Francia. Una città di 40.000 abitanti, senza industrie intorno, nella Borgogna che ha trovato una sorta di profeta calcistico in patria in grado di trasformare i giovanissimi talenti in uomini da battere. Le grandi del calcio francese s’inchinano guardando con gli occhi sbarrati all’opera d’arte dipinta e costruita da Guy Roux nel 1995/1996. L’Auxerre con Laurent Blanc, Taribo West, Christophe Rémy, Franck Silvestre, Sabri Lamouchi è la squadra più forte del campionato transalpino. Tante squadre proveranno a ingaggiare Roux ma lui resta, è il padre dell’Auxerre, l’artefice del miracolo. Il primo centro di formazione dell’Auxerre nato a fine anni 70 era al primo piano della villa dove viveva proprio Roux che però passa tutto il tempo nei campi a seguire gli allenamenti e a vedere le partite. Il concetto però è quello di lavorare in un’azienda a conduzione familiare e anche i giovanissimi che arrivano all’Auxerre e entrano a far parte del centro di formazione hanno la sensazione di essere a casa.
Nel 2005 dopo aver vinto per la quarta volta la Coppa di Francia decide di lasciare il mondo del calcio (tornerà ad allenare per una brevissima parentesi il Lens) ma soprattutto di abbandonare l’Auxerre perché vuole andarsene dopo aver vinto e prima del declino che arriverà qualche anno dopo con la retrocessione in Ligue 2 e i tanti anni di B francese.
Dal 2022-2023 la Ligue 1 potrà riabbracciare la squadra della Borgogna dopo 10 anni di lunghissima attesa.