Luis Alberto Romero Alconchel anche detto El Mago, da quando ha indossato la casacca biancoceleste ha fatto letteralmente impazzire l’intera tifoseria biancoceleste.
Non solo per le sue straordinarie doti tecniche però!
Giocatore raffinato ed elegante, con un’incredibile visione di gioco, riesce ad essere molto spesso decisivo durante un match vedendo spazi agli altri sconosciuti dove disegnare traiettorie millimetriche che si trasformano in assist spettacolari per i propri compagni.
Molto pericoloso nei calci da fermo è il fulcro del centrocampo, smista il gioco, sviluppandolo a partire dalla propria trequarti per arrivare, spesso e volentieri, fino a concludere in porta.
Tipico giocatore spagnolo, dotato di ottima tecnica di base, destrezza nel dribbling e facilità nella conclusione ha forse due grandi limiti: scarsa velocità e carattere alquanto fumantino. Limiti che forse ne hanno limitato la carriera.
Ecco a voi: EL MAGO
Arrivato alla Lazio reduce da due prestiti stabiliti dal Liverpool (il mago si è rivelato subito poco adatto ai ritmi asfissianti e forsennati del calcio britannico) per sostituire il partente Candreva, fatica non poco a trovare spazio nella prima stagione che lo vede praticamente relegato in panchina la maggior parte del tempo.
Sarà una trasferta a Genova, sul finire del campionato, con un suo grandissimo goal a far scattare la scintilla tra “IL MAGO” e la Lazio.
Ma allora quel giocatore dall’andatura dinoccolata, con quella strana barba, non è proprio un bidone!!!
D’un tratto si capisce che la sua posizione in campo non è quella di esterno, non è un’ala ma può essere un grande trequartista, un giocatore d’altri tempi di quelli che, sempre più raramente, si trovano sui campi di calcio in questa era tutta muscoli, corsa, ritmo e zero fosforo.
Ma proprio mentre tutti cominciano a scoprirlo ecco che il genio può inchinarsi alla sregolatezza. Ecco che si insinuano in Luis pensieri che raramente compaiono nella mente di professionisti affermati, soprattutto se con una carriera ancora in pieno svolgimento: smettere e dedicarsi ad altro! Sarà proprio lui a confessarlo (e confermare una voce che da tempo circolava nella capitale), il Mago è stato ad un passo dal ritiro.
E’ dalla seconda stagione in maglia biancoceleste (2017-2018) che però Luis, supportato sia a livello tecnico che psicologico da Simone Inzaghi (che per lui diventerà un vero e proprio mentore), esplode diventando un grandissimo rifinitore, ottimo realizzatore ed incredibile assist man.
Saranno 34 le presenze in campo condite da 11 gol e 14 assist (record assoluto per la serie A condiviso con Hamsik) il tutto in una squadra nella quale deve convivere con un altro giocatore particolarmente offensivo e dedito anch’egli nell’arte della rifinitura: Milinkovic.
La stagione successiva, non sarà alla stessa altezza, complice l’andamento negativo dell’intera squadra ma l’annata pre-pandemica (2019-2020), sarà letteralmente spettacolare per Luis (6 goals e 16 assist) ed i compagni, in una cavalcata straordinaria verso un incredibile scudetto che si interrompe sul più bello per la Pandemia da Covid-19. Quando il campionato riprenderà tutto sarà diverso, l’entusiasmo e la spinta biancoceleste si arenano davanti ad un calendario fittissimo che distrugge ogni velleità relegando la squadra al quarto posto, peraltro ottenuto faticosamente, anziché sul gradino più alto del podio.
Lo spagnolo però ormai è un faro del centrocampo, un leader indiscusso in campo, un genio al quale la squadra si affida per scardinare le retroguardie avversarie.
Ma quando tutto procede nel migliore dei modi ecco riemergere il tratto caratteriale preponderante in Luis, quella voglia di “tornare a casa”, di sentirsi maggiormente a proprio agio, in un ambiente che riconosce maggiormente consono alle proprie necessità, al proprio modo di essere. E non fa mistero, ormai sul finire della stagione 2019-2020, che il suo sogno sarebbe tornare in Spagna e, possibilmente, vestire la maglia del Siviglia.
Dichiarazioni d’amore verso la propria Terra che il giocatore esprime sempre più spesso, infastidendo la propria tifoseria soprattutto perché spesso tirate fuori in momenti inopportuni (magari all’indomani di un rinnovo di contratto pluriennale).
Questa eterna insoddisfazione, queste dichiarazioni “inopportune”, fanno sì che tra il giocatore e la Curva ci sia un rapporto di amore/odio anche se tutti riconoscono le enormi doti del giocatore e non venga mai contestato in alcun modo allo stadio.
Gli ultimi anni in biancoceleste, con l’arrivo di mister Sarri, contribuiscono non poco ad alimentare questa irrequietezza, questo desiderio di andare via.
Ciò nonostante, Luis riesce a conquistarsi il proprio spazio anche nel calcio schematico del “Comandante”, si reinventa centrocampista capace di interdire e non dedicarsi soltanto alla fase offensiva. Nella stagione 21-22 colleziona 5 reti ed 11 assist, tornando ad essere lo splendido rifinitore di sempre.
Ma rimane un giocatore per amatori, un gioiello particolare, per intenditori.
Nessun top club mostra interesse nei suo confronti, mistero assoluto, anche ora che potrebbe essere acquistato per cifre “ragionevoli”.
Il giocatore pare colpevolmente ignorato dal grande calcio forse anche per il suo carattere ma, si sa, i geni spesso sono diversi dagli altri, devono essere coccolati in un modo diverso, messi nelle condizioni di rendere al meglio.
Ma il MAGO è un giocatore di primissimo livello, un campione in grado di illuminare la scena come pochissimi altri nel panorama calcistico odierno, una fortuna che la Lazio (nell’ignoranza generale) può continuare ad applaudire perché Luis Alberto ha ancora tanto da dire!