Marcus Smart aveva avvisato Miami, prima di gara 4 (quella che poteva sancire lo sweep a favore di Butler & co), ‘Don’t Let Us Get One’ (state attenti a non farci vincere una partita) e Jaylen Brown aveva rincarato la dose prima del match di stanotte ‘They let us get 2. Don’t let us get another one.’ (ce ne hanno fatte vincere due, occhio a non farcene vincere un’altra).
Miami, con 3 match point a disposizione, ha invece subito un’incredibile rimonta, proprio quando l’avversario più titolato, favorito dal pronostico, era in ginocchio in attesa del colpo di grazia.
A differenza di Jokic & co però, Miami non è stata in grado di infliggere tale colpo forse per stanchezza, forse perché (sbagliando) si sono sentiti in grado di vincerne una prima o poi, senza considerare il fatto che per arrivare a tale vantaggio avevano dovuto innanzitutto compiere delle autentiche imprese sfruttando prestazioni incredibili di Jimmy Butler e Bam Adebayo ottimamente assistiti a turno da Strus, Martin (dal rendimento impressionante in tutti i playoffs), Lowry, Vincent e Robinson (che pian pianino sta tornando).
Appena però cala leggermente il rendimento di uno dei due Erik Spoelstra non può contare più di tanto sugli altri, soprattutto se si considerano le pesantissime assenze di Oladipo e Herro.
Nel nome di Tatum e Brown
Per contendere a Boston le Finals tutto deve girare alla perfezione soprattutto se Tatum e Brown escono dal torpore e tornano ad essere sé stessi.
Quindi in pochi giorni si è passati dalle ferie anticipate, andando a braccetto con l’altra eliminata di lusso (Lakers di Lebron), ad essere ora con il vento in poppa, con un grande vantaggio dal punto di vista psicologico e soprattutto con la possibilità di giocarsi le Finals al TD Garden che sarà più infuocato che mai.
L’eroe di giornata è Derrick White che, all’ultimo sospiro, riporta in vita Boston e le regala l’opportunità di fare la storia (nessuno, in 149 precedenti, è mai riuscito a ribaltare uno 0-3).
L’andamento della partita è stato strano, ancora una volta Boston sembrava averla in pugno, a 3 minuti dal termine Tatum (straordinario) & co. parevano esser riusciti a domare Miami con un Butler fin lì irriconoscibile, autore di percentuali disastrose, in evidenti difficoltà contro la difesa di Boston, andando sul +9.
Ma è proprio quando tutto sembra essere irrimediabilmente perduto che una squadra come Miami riesce a trovare risorse inaspettate ed il suo leader, con una splendida entrata, un fallo subito ed una bomba da tre, tira fuori quel carattere e quella forza in grado di riportare i suoi a contatto e, dopo aver tirato all’ultimo respiro dall’angolo a soli tre secondi dal termine, arriva alla lunetta per 3 liberi consecutivi che possono portare i suoi addirittura in vantaggio.
In quel momento infatti Miami era sotto di 2 e Boston, non convinta della chiamata (gli arbitri avevano visto soltanto un fallo e, visto che si era in bonus, Butler avrebbe dovuto segnarli entrambi soltanto per andare all’OT) aveva chiamato il “challenge” con il quale, non solo il fallo è stato confermato, ma gli arbitri hanno visto che il fallo era su un tiro da 3 punti di conseguenza, 3 liberi. Poteva essere il più grande autogoal della storia, ma non era ancora finita.
A Jimmy non tremano le mani e li mette tutti. Nonostante due enormi occasioni capitate nelle mani di Duncan Robinson Miami è ora a 3 secondi dalle Finals.
Time out e rimessa in attacco per Boston, soluzione da 3 affidata a Marcus Smart che subito tira in torsione, la conclusione non va a segno e finisce nelle mani di White che, in una frazione di secondo, anticipa la sirena ed appoggia al vetro. Il pallone poteva finire ovunque, è finito tra le sue mani, forse un segno del destino.
Risultato 104-103 e si va a GARA 7
L’inerzia è ora tutta per Boston. Saranno loro a contendere a Denver l’anello? Riusciranno in un’impresa mai realizzata prima?
Lo vedremo tra soli due giorni, di sicuro Butler & co. renderanno cara la pelle mentre Jokic e Murray si allenano serenamente da una settimana ridendo sotto i baffi consapevoli delle maggiori stanchezze che chiunque dovrà affrontarli avrà nelle gambe.