Entriamo nella settimana di Final Eight di Coppa Italia di A2 che si terrà a Chieti (ottavi di finale) e a Roseto degli Abruzzi (semifinali e finale).
Abbiamo avuto il piacere di conversare con Diego Monaldi (9.3 punti di media, conditi anche da 2.4 rimbalzi e 3.6 assist), professionista della Givova Scafati, squadra che sta guidando il Girone Rosso di A2 con 17 vittorie e 4 sconfitte e qualificata alle Final Eight di Coppa Italia di categoria.
Ecco l’intervista con il cestista nato ad Aprilia e per metà abruzzese, pronto a scendere in campo venerdì contro Monferrato con la voglia di alzare la Coppa Italia per la seconda volta consecutiva dopo la vittoria centrata nella passata stagione quando indossava la casacca del Napoli.
Diego Monaldi innanzitutto cominciamo parlando di Chieti. Vederla ancora in A2 è anche merito tuo. I tifosi si ricordano ancora quei 30 punti (di cui tripla della vittoria) nello scontro finale per restare nella categoria. Giocherete la prima gara contro Monferrato proprio lì. Cosa ti ha dato sul piano personale e sul piano del giocatore l’esperienza in Abruzzo e che emozioni pensi di provare tornando su quel parquet?
“Sicuramente due anni mi hanno lasciato tantissimo perché personalmente a livello cestistico Chieti è stata la piazza che comunque mi ha dato uno slancio importante e io di questo ne sono e ne sarò sempre grato. Uno perché a Chieti mi sono sentito a casa, ho avuto la possibilità di vivere in una città dove mi sono trovato benissimo e dove ho conosciuto tantissime persone che poi sono rimaste a me care. Già ci sono tornato l’anno scorso per la prima volta dopo tanto tempo e stare su quel parquet mi ha dato tanto, è stato emozionante per tutte le sfide e le avventure che ci sono state quindi ogni volta che torno al PalaTricalle è sempre un’emozione perché riporta alla vita tanti ricordi e sfide che sono state bellissime e che mi porto e che mi porterò sempre dietro. Avere la possibilità di disputare la prima gara di Coppa Italia a Chieti è emozionante perché comunque è una città che a me sta nel cuore.“
Siena, Sassari e Pesaro sono state le tue tappe nella massima serie. Cosa ha significato per te vestire le canotte di queste squadre in A1 che ti hanno (Siena e Sassari) anche poi portato ad avere esperienze in Europa?
“Sono state esperienze importanti e mi sento molto fortunato di averle fatte. Ad esempio a Siena ero molto giovane e ho mosso i miei primi passi proprio nella Montepaschi e quindi mi ha dato l’opportunità di vedere, conoscere e vivere un’esperienza di una società che comunque che all’epoca militava tra le migliori in Europa. Già allenarsi o stare all’interno di un roster dove appunto c’erano tantissimi giocatori anche ex NBA mi ha dato appunto la possibilità di vedere proprio da vicino come funzionava questo mondo a livelli altissimi. Sono esperienze che mi hanno lasciato tanto e sono stato fortunato ad averle fatte in giovane età. Poi in A1 con Sassari e la partecipazione alla Champions League europea e l’avventura a Pesaro mi hanno fatto vivere l’ambiente della massima serie e questi sono aspetti e esperienze che a livello personale e anche cestistico insegnano tanto.”
Nel tuo sito personale c’è scritto che l’avversario più forte da sconfiggere sei te stesso allo specchio. Da cosa nasce questa dichiarazione?
“Secondo me nasce da un’esperienza personale e anche da un pensiero perché alla fine noi siamo padroni di noi stessi in qualsiasi ambito nella vita e anche nel lavoro che facciamo, penso personalmente, che uno si debba sempre mettere a confronto con sé stesso e riuscire a superarsi ogni giorno. Questo alla fine ti consente di riuscire a fare sempre un passettino in più. Questa è la maniera di come affronto la vita sia all’interno del campo da basket che all’esterno.“
Viaggi con ottime percentuali nella A2 e Scafati guida il Girone Rosso. L’obiettivo ormai dichiarato è quello di salire in A1. Come valuti la tua stagione finora, e visto che hai già portato Napoli nella massima serie, ci sono delle somiglianze tra Napoli e Scafati?
“Sicuramente sono due club importanti che hanno come obiettivo principale quello di raggiungere la massima serie. Sono due squadre che sanno quello che fanno e hanno tanta esperienza alle spalle e questi sono dei punti in comune. A livello di stagione attuale finora sono estremamente contento anche se per quanto possa essere bello aver raggiunto “dei piccoli traguardi”, al giorno d’oggi, e non vogliatemene a male, non abbiamo ancora fatto niente perché poi il campionato è ancora molto lungo, ci sarà da venerdì anche la Coppa Italia quindi sono contento perché effettivamente questo è vero ma d’altro canto è anche vero che la strada è molto lunga e quindi dobbiamo ancora pedalare tanto.“
Venerdì partirà la Coppa Italia, che tu tra l’altro hai vinto già nel 2021 guidando Napoli nelle tre gare dell’edizione passata. Cosa serve a livello mentale e fisico per affrontare al meglio una competizione che mette a dura prova tutti gli atleti con tre gare da giocare praticamente in tre giorni?
“Un grande problema tra virgolette è quello del livello fisico perché comunque giocare tre partite, nell’eventualità che uno vada fino in fondo, sicuramente non è facile e la competizione è di alto livello e quindi ci saranno tre gare giocate con tantissima intensità, con il livello tecnico molto alto e quindi è ovvio che partita dopo partita non sarà facile superare l’ostacolo della stanchezza fisica. Penso che sarà sicuramente una bella coppa perché tutte le squadre che appunto fanno parte del torneo sono squadre di alto livello e che stanno disputando un ottimo campionato. Sarà dura anche perché veniamo da alcune settimane nelle quali abbiamo giocato turni infrasettimanali però stiamo lavorando al meglio per poter giocare un ottimo torneo.”
Il vostro primo avversario sarà Monferrato che sta cercando di uscire da un momento poco brillante con: 3 sconfitte nelle ultime 5 gare. Sulla carta Scafati è la favorita ma quali sono le insidie che secondo te nasconde una gara secca come il quarto di finale di Coppa Italia?
“Non penso che in queste competizioni ci possa essere una favorita nel senso che ovviamente ci sono tre partite secche e sono difficili contro squadre forti. La palla è rotonda e può succedere davvero di tutto a favore o anche a sfavore nostro. Abbiamo una gara complicata alle porte perché Monferrato anche se sta passando un periodo non bello è una squadra che gioca bene, sta facendo un ottimo campionato nonostante qualche difficoltà. Una gara secca su un campo neutro non è facile da affrontare per nessuna delle due squadre. Sarà determinante riuscire a seguire il piano partita e cercare di dettare appunto il proprio ritmo e dare forza all’identità che ha la squadra. Penso che sarà una partita molto bella e mi auguro che ci saranno tante persone a seguire l’evento e sono contento che la Coppa Italia si faccia a Chieti e a Roseto.”
Guardando i possibili incroci della Coppa Italia e se Scafati dovesse riuscire a centrare la finale, tu ti auguri di trovare Udine nell’atto conclusivo, visto che l’hanno scorso l’hai battuta prima nella finale di Coppa Italia e poi nella finale playoff per salire in A1?
“Guarda, sinceramente non ho nessuna preferenza. Sono dell’idea che se uno vuole vincere qualcosa, indipendentemente dalla competizione, deve arrivare fino in fondo e cercare di battere qualsiasi squadra possa incontrare sulla sua strada. Se devo essere veramente sincero mi auguro solo che ci sia una squadra che sia forte, che sia una bella partita e nel caso, io ormai vivendo da diverso tempo qui in Campania sono diventato scaramantico, mi auguro che riusciremo a giocare la finale e lì si vedrà ci sarà più bravo a conquistare il trofeo“.