“La ricordo quella domenica faceva freddo, era ottobre e come ogni domenica mattina mi svegliavo all’alba per accompagnare mio padre in barca su quel peschereccio ma quella volta no, era troppo freddo, non mi andava proprio e poi nel pomeriggio al bar dovevo incontrarmi con gli amici per ascoltare la radiocronaca del mio amato Bari. Eravamo tornati in A proprio quell’anno, stagione novantaquattro-novantacinque. Beppe Materazzi in panchina, tanti buoni giovani, qualche giocatore collaudato e poi un giocatore arrivato da lontano, esattamente da 10033 km di distanza dal capoluogo pugliese. Arrivava da Cali in Colombia ed aveva segnato gol a grappoli nel suo Paese con la maglia dell’Atletico Junior. Giunse con le migliori intenzioni pronto a replicare quanto aveva fatto in patria e fu proprio un vero affare per il nostro presidente, tanto più che quell’anno il commissario tecnico della nazionale colombiana, Maturana, non lo portò a sorpresa ai Mondiali e di conseguenza il prezzo del cartellino non crebbe. Purtroppo adattarsi al nostro campionato non fu semplice. Però quella domenica di ottobre esattamente il 16 ottobre, Guerrero non lo sapeva ancora, ma stava per consegnare alla storia della mia squadra biancorossa, e allo sport in generale, una delle esultanze più ricordate della storia del calcio italiano. Il Bari gioca a San Siro contro l’Inter e al secondo minuto Gautieri crossa in area di rigore, Bergomi, proprio lui, lo “zio mundial” sbaglia l’intervento e Guerrero, che fino ad allora era stato un flop, la spara all’incrocio e Pagliuca è battuto. Al 44º minuto ancora Gautieri va sulla fascia, mette un gran cross al centro e Sandro Tovalieri la mette dentro, Pagliuca ancora battuto; Subito un cenno d’intesa con Guerrero e tutti vanno verso la bandierina mettendosi a carponi, uno dietro l’altro formando il “trenino” l’esultanza magica che a Bari sarà destinata a diventare iconica.
La stagione sarà esaltante: avremo il record di punti e saranno 44 in 34 partite Tovalieri segnerà 17 gol e vedremo nascere talenti come Protti, Bigica e Lorenzo Amoruso. Da allora sono passati esattamente ventisei anni La Bari (perché si dice cosi) ha attraversato pagine esaltanti negli anni sotto la gestione di Giampiero Ventura, arrivando a battere quel famoso record di punti fatto da Beppe Materazzi ma conoscerà anche il fallimento, rinascendo poi grazie a Aurelio De Laurentiis. In questo sali e scendi di emozioni sicuramente i tifosi non si sono mai annoiati, hanno gioito, hanno pianto, si sono disperati, ma per tutti nella piazza o nei bar se provi a dire cosa sia il “trenino” tutti, ma proprio tutti con un sorriso ti racconteranno di Cali, di Guerrero del “cobra” Tovalieri e di quella esultanza che ha finito per entrare nella storia.”