Prima vera tappa per gli scalatori che sulle montagne abruzzesi danno vita a una vera e propria battaglia affascinante.
Il panorama mozzafiato che circonda i ciclisti che cercano di arrampicarsi sulle montagne del Gran Sasso fa da cornice alla settima, difficilissima, tappa del Giro d’Italia che si chiude dopo 218 km.
Alla partenza in maglia rosa era partito Andreas Leknessund, norvegese del team DSM, consapevole che oggi la maglia da leader l’avrebbe potuta anche perdere a causa del dislivello di questa tappa è di 3900 mt.
La tappa comincia in pianura e la velocità del gruppo è ovviamente sostenuta. La pioggia accompagna l’inizio della corsa mentre all’arrivo è prevista anche la neve in una giornata difficilissima per gli atleti in pista.
Prima fuga
Simone Petilli (Intermarché-Circus-Wanty), Davide Bais (Eolo-Kometa), Henok Mulubrhan (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Karel Vacek (Team Corratec-Selle Italia) decidono di partire e staccarsi dal gruppo. Nessuno tra gli altri corridori si mette all’inseguimento. Con il passare dei chilometri e un vento contrario che massacra letteralmente i ciclisti il vantaggio dei battistrada arriva a toccare anche i 12 minuti.
Un terzetto a caccia di gloria
Negli ultimi chilometri con il vantaggio degli apripista che va via via scemando, Bais, Petilli e Vacek continuano a lottare per vincere questa tappa durissima. A pochissimi chilometri dall’arrivo Vacek perde contatto ma rientra subito in scia della coppia italiana. Una fuga durata 215 km vinta da Davide Bais che nel pezzo finale saluta i compagni di viaggio e festeggia così la sua primissima volta nel mondo dei professionisti. In maglia rosa resta il norvegese Andreas Leknessund con 28 secondi di vantaggio su Remco Evenepoel, 30 su Aurelien Paret-Peintre. Il primo italiano è Damiano Caruso (Bahrain Victorious) a 1:59.
Arrivo:
Davide Bais
Karim Vacek
Simone Petilli
Maglia rosa:
Maglia cilcamino:
Milan Jonathan
Maglia azzurra:
Davide BAIS
Maglia bianca: