Andiamo a conoscere meglio un altro protagonista del weekend di Coppa Italia di A2 che sta per cominciare in Abruzzo. Brandon Walters dell’Apu Old Wild West Udine si racconta e dice la sua sull’evento che è ormai ai nastri di partenza.
Ho letto che il tuo idolo è Shaquille O’Neal. È lui la ragione che ti ha spinto a scegliere questa strada? Volevi diventare grande e forte come Shaq?
“Sì, Shaq è devastante. Domina in maniera incredibile, è molto forte sia in attacco che in difesa.”
Passiamo alla tua esperienza al college. Hai giocato per la Middle Tennesee State University . Cosa c’è di magico nella NCAAe e nelle fasi finali conosciute come “March Madness”?
“Giocare in un ‘atmosfera simile è fantastico perché giochi in palazzetti molto belli e i tifosi provengono da diverse scuole per supportare la loro squadra. Durante il torneo ci sono tante squadre che giocano in molte giornate e hai tante persone che fanno il tifo per te ma che tu nemmeno conosci. Vivere quell’atmosfera e giocare contro squadre blasonate è stata un’ottima vetrina perché eravamo una squadra da mid major che giocava a un livello superiore. Avevamo già giocato in un ambiente simile prima perché disputammo alcune partite contro grandi squadre e vincemmo quindi eravamo anche abituati all’atmosfera che si respira.”
Il tuo primo passo da professionista ti ha spinto prima in Polonia al Koszalin e poi dopo una stagione sei andato in Finlandia al Kataja, dove ti sei messo in mostra segnando 16,8 punti a partita. Cosa ti hanno lasciato queste due esperienze del tutto diverse dagli States?
“Giocare in questi Paesi è stato molto bello. Prima di tutto è molto diverso dal modo che abbiamo negli USA. Qui le partite sono più fisiche mentre in America ad esempio non puoi toccare praticamente mai il tuo avversario. Qui si punta di più sulla tecnica e sul gioco di squadra e piuttosto che sul gioco individuale nell’uno contro uno. Appena tocchi qualche avversario ti viene fischiato fallo.”
Prima di arrivare a Udine hai avuto una grandissima stagione in Kosovo con la maglia del Peja. Sei stato uno dei protagonisti assoluti anche se purtroppo alla fine non è bastato per vincere il campionato. Che ci puoi raccontare di questa avventura?
“È stato molto bello anche se a volte ho avuto qualche difficoltà con gli arbitri. So perfettamente che ovunque vado essendo il più grosso di tutti trovo gli arbitri che fischiano qualsiasi contatto anche minimo e devo essere bravo a sfruttare questa situazione a mio vantaggio. Ho dovuto lavorare su di me per controllare il mio atteggiamento e le mie reazioni sul parquet.”
Ora che sei approdato a Udine sei contento di quello che sta facendo la squadra in questa stagione ? Qual è la forza della squadra friulana?
“Stiamo facendo molto bene e lavoriamo in sintonia a livello di squadra. Stiamo migliorando sul piano offensivo e su quello difensivo. Soprattutto sul piano difensivo siamo migliorati molto. Ognuno di noi nel roster può fare canestro ma è importante come agiamo sul piano difensivo. Siamo composti da persone intelligenti che conoscono il basket. Udine rispetto alle squadre dove sono stato prima ha quel qualcosa in più. I miei compagni sono più bravi a leggere le situazioni e bisogna anche dire che l’intensità e il livello del campionato è comunque superiore rispetto alle mie esperienze precedenti.”
Parlando proprio di Udine. Cosa ha da offrirti questa squadra in dal punto di vista della tua carriera?
“Mi ha fatto crescere molto perché qui ho visto che posso migliorare sotto tanti aspetti che prima invece non pensavo avessi la necessità di lavorarci sopra. Giocare in questo campionato mi permette di essere più competitivo perché in A2 affronti atleti che potrebbero essere o sono stati nei campionati più importanti e quindi posso dire che questo è stato un anno magnifico in Italia.”
Quali erano le aspettative alla vigilia della tua avventura a Udine?
“Dal primo giorno il sogno era quello di costruire una squadra in grado di competere per tornare in A1. Questo è quello che mi ha detto il coach la prima volta che ci siamo parlati e inoltre ha aggiunto che voleva rendermi parte integrante del progetto. Mi è piaciuto sentirlo dire che ero fatto su misura per il diagramma del progetto che stava costruendo e che, secondo lui, ero un pezzo importante del puzzle.”
Le Final Eight di Coppa Italia si avvicinano. Che tipo di evento ti aspetti e cosa vi servirà per salire sul gradino più alto del podio domenica?
“Sarà una vera battaglia. Tutte le squadre che prenderanno parte all’evento vorranno vincere la Coppa Italia. Noi saremo la squadra che tutti cercheranno assolutamente di battere e quindi dovremo giocare in modo intelligente, imporre il nostro gioco senza fretta e senza cadere in balìa del sistema di gioco degli avversari. Dobbiamo mostrare il nostro stile senza sbilanciarci troppo quando non ci riescono un paio di giocate e dovremo pensare semplicemente a giocare senza nemmeno discutere con gli arbitri se alcune situazioni in campo potrebbero farci storcere il naso.”
Se potessi scegliere le due finaliste della Coppa Italia…?
“Sono onesto e ti dico aspetta e vedrai perché sono consapevole che ce la metteremo tutta per vincere il trofeo. Non voglio esagerare generando illusioni o false aspettative ma noi andremo per vincere, per competere e per cercare di portare a casa la Coppa.”
Brandon un tuo compagno di squadra di cui però non ti rivelo l’identità mi ha detto che sei molto bravo a ballare. Sei grande e grosso ma ti muovi come una libellula…
“Ahahahahaha fanno partire una canzone italiana che mi fa scatenare e comincio a ballare e a ridere come se volessi dirti: “ma guardati!”. Sono un tipo molto divertente, un ragazzo grosso fisicamente e se mi vedi senza conoscermi di persona magari pensi che io sia una persona, diciamo, crudele ma in realtà tra tutti i miei compagni sono quello più mattacchione”.