Questo detto livornese sembra proprio calzare a pennello come un vestito cucito da un abile sarto, sulle spalle di un personaggio che spesso abbina le qualità di grandissimo allenatore a quelle di istrione davanti al teleschermo. Fuori di metafora vuol dire che è necessario lottare fino alla fine , fino al traguardo. Lui lo sa proprio bene, ha lottato per arrivare sul grande palcoscenico. È partito da lontano nella sua avventura in panchina. Esattamente da dove aveva smesso da giocatore; Agliana, Un piccolo comune in provincia di Pistoia che gli aveva dato le ultime gioie di una carriera da talentuoso numero 10 e le prime difficoltà e i primi grattacapi di una carriera da allenatore. È lunga la strada per il successo si deve essere ripetuto spesso il Conte Max, Spal,Grosseto, Lecco e Sassuolo, prima di approdare in Serie A al Cagliari. Prime 5 partite nel massimo campionato italiano, prime 5 sconfitte. Incredibilmente il vulcanico presidente Cellino non lo esonera.
Da lì ,cominciarono le soddisfazioni dei grandi campionati con la squadra sarda che gli valsero la chiamata del Milan di Berlusconi. Eccolo lì …Scudetto. Il viaggio è stato lungo e tortuoso ma alla fine il premio più ambito è arrivato per Max, il premio per il quale era disposto a tutto. Si guarda indietro, Max Allegri, ripensa a quando era giovanotto e da appassionato, andava all’ippodromo a guardare le corse dei cavalli e un allibratore gli disse di non puntare su quel cavallo .. Minnesota.. non era un vincente, anzi gli disse di più, gli disse che sarebbe stato più facile che Max fosse diventato allenatore in Serie A piuttosto che Minnesota vincesse quella gara. Sapete come andò? Lui in Serie A ci è arrivato e Minnesota vinse quella gara. Ne ha fatta di strada Max, dopo un esonero non senza polemiche al Milan, arriva sulla panchina della Juventus dopo l’addio burrascoso di Antonio Conte. Nel tempo renderà la squadra bianconera una macchina da guerra; 5 scudetti 4 Coppe Italia 2 Supercoppe italiane,è mancato alla ciliegina solo la Champions League, non è bastato andarci vicino due volte con due finali perse in maniere differenti. Ma poco male, Max è uomo di mondo, sa che così va il calcio. Così dopo 5 anni di successi, la società bianconera lo ha ringraziato, scegliendo altre strade, ma oramai lo abbiamo capito, Max non se la prende e il suo essere livornese lo aiuta a prendere la vita così come viene, ed infatti la Juve dopo 2 anni di problemi con altri progetti lo richiama al timone per ridare lustro alla squadra. Adesso è il tempo di lavorare; Max si è riposato anche troppo, è tempo di mettere altri titoli in bacheca perché come direbbe Max ..”
E sa’ ‘osa: tanto si frigge coll’acqua!!”
Questa sera Milano per la sfida contro l’Inter di Simone Inzaghi. Andiamo a vedere i dati statistici dei due allenatori a confronto nella tabella qui di seguito: