Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo giocare in Italia con Siena e Pesaro. Abbiamo avuto il piacere d’innamorarci delle sue giocate nelle notti europee di Eurolega cominciando dal Peristeri e giungendo nelle strade tinte di biancorosso a Pireo, sponda Olympiakos. Alphonso Ford tira e segna come una mitragliatrice (gergo dei campetti da quartieri periferici) e lo fa dai tempi del College. Gli appassionati di basket hanno già letto e riletto alla voce “stats”, statistische del campionato NCAA, che Alphonso Ford in quattro anni alla Mississipi Valley State University ha realizzato in totale oltre 3000 punti e per farlo ha mantenuto per tutte le stagioni una media superiore ai 25 punti a partita. Record e nome annotato alla voce “storia”. Dopo un lieve assaggio di NBA con i Philadelphia e una sosta nella CBA, lega americana di serie inferiore, “Fonzie” Ford arriva in Europa e comincia a scrivere pagine importanti del basket dalla Spagna.
Il Puma vince per tre anni consecutivi la classifica come miglior realizzatore di Eurolega, trascina Siena fino alla semifinale poi persa contro l’altra corazzata italiana del Treviso. Dopo l’esperienza in Toscana, Ford arriva a Pesaro, nelle Marche, nel 2003. Lui, abituato a fare canestro non si smentisce e guida i marchigiani fino alla finale di Coppa Italia regalandogli la qualificazione all’Eurolega della stagione successiva.
Facciamo però un passo indietro, andiamo al 1997 anno in cui “Foffo” , come lo chiamavano i tifosi senesi, viene messo alla porta dai greci del Papagou di Atene a stagione in corso. La ragione di tale scelta è da ricercare nel fallo antisportivo che Ford ha subito dalla vita. Attenzione, nel basket l’antisportivo è un contatto falloso che il direttore di gara reputa come tentativo non legittimo di giocare la palla: la vita entra a gamba tesa sul giovane atleta americano. Al fortissimo cecchino viene diagnosticata la leucemia.
Ford non si perde d’animo e torna in campo con lo Sporting Atene (attuale Peristeri). Il miglior tiratore d’Europa risulta essere per quattro anni consecutivi anche il miglior realizzatore del campionato greco prima di passare poi alla Serie A1 italiana.
La malattia c’è ma gli schemi disegnati da Ford per posterizzare la leucemia funzionano e il pick and roll con la speranza di andare avanti gli permettono di continuare a giocare. Certo, a volte è costretto a saltare gli allenamenti, ma lui quando corre sul parquet fa canestro con estrema naturalezza e nessun difensore vorrebbe mai ritrovarselo davanti.
Torniamo all’estate del 2004. Pesaro presenta un’offerta di prolungamento del contratto a Alphonso Ford che però tentenna. Cominciano a circolare voci di mercato che lo accostano a diverse squadre. Il 26 agosto 2004 comunica attraverso una lettera ai tifosi e alla società la triste verità e le motivazioni della sua titubanza nell’accettare l’offerta dei marchigiani: la leucemia sta avendo il sopravvento e non gli permette di poter giocare a certi livelli, ai livelli che ci aveva ormai abituato.
Il fallo antisportivo della leucemia è devastante. Ford prova un ultimo pick and roll con la speranza in un ospedale di Memphis. Il suo ultimo tiro sulla sirena avviene il 4 settembre 1997, la palla è corta, finisce sul ferro. Ford perde la sua ultima sfida contro il male.
Ha perso la partita, ma lo ha fatto da vero campione e anche contro la leucemia Alphonso Ford resta l’mvp e il miglior realizzatore della maledetta serie trascinata dal cestista statunitense fino all’ultimo atto di “gara 7”.