Nato a pochi passi dal fiume El Rey ad Avellaneda (Santa Fe, Argentina) il Re Leone comincia in seguito a ruggire anche e soprattutto in Italia.
Un ragazzo come tanti da quelle parti di Avellaneda cresciuto poi nella vicinissima Reconquista. Bravo a scuola. Un giovane diverso dal classico argentino pazzo per il calcio. Lui ci gioca, così, senza troppa passione. Pratica più pallavolo e pallacanestro fino a quando non gli regalano un poster di Maradona che, come una specie di santino da osservare in camera e nel quale ricerchi la vocazione, porta Gabriel Omar Batistuta a intraprendere la via del calcio giocato.
Difficile pensare a una futura stella mondiale del pallone visto che a sedici anni per via del peso Batistuta veniva chiamato anche poco simpaticamente “el gordo” oppure a causa del capello biondo “el gringo”.
Dal campetto del barrio nasce la squadra el “Grupo Alegria”, squadra amatoriale che mette da subito in mostra le spiccate doti offensive di Batigol. Da quel momento comincia l’ascesa del calciatore che passa, grazie alla scoperta di un osservatore, dalla platense ai Newell’s Old Boys, River Plate e Boca Juniors.
L’arrivo in Italia
Dopo la vittoriosa campagna continentale che lo vede protagonista principale della cavalcata argentina a suon di gol (capocannoniere della rassegna), Mario Cecchi Gori sborsa 12 miliardi di lire per portare a Firenze l’astro nascente del calcio.
Pronti, partenza e gol alla seconda presenza in Serie A contro il Genoa. I tifosi viola sognano. Lui, chiamato Batigol e Re Leone risponde a suon di reti. La sua prima doppietta al Franchi arriva il 5 aprile del 1992, dopo che la Fiorentina sembrava essere in crisi, Batistuta prima fornisce l’assist a Orlando per il vantaggio sull’Atalanta, poi riceve un pallone da Dunga e lo calcia con violenza alle spalle del portiere avversario, beffato poi una seconda volta sempre da Batigol con un pallonetto delizioso.
Resta alla Fiorentina fino al 2000 in un rapporto di amore e basta. La viola retrocede e torna in A, arriva in Coppa Campioni, rischia di vincere il campionato e lui c’è sempre, è ogni volta, in qualsiasi stagione l’uomo che trascina i toscani e che fa sognare una città intera.
Il Re Leone, nato quasi sulle sponde del fiume El Rey, ha continuato a ruggire anche negli anni successivi segnando e vincendo con la maglia della Roma un campionato storico.