Qualcuno ha detto che i record esistono per essere infranti ma quello di Wilt Chamberlain realizzato il 2 marzo 1962 sarà difficilissimo da ribaltare: 100 punti realizzati in una sola partita. Non ci sono video della gara in questione e l’unico “certificato” del record è il box ufficiale della partita.
La sfida tra Philadelphia Warriors e New York Knicks si chiude 169-147 per i Warriors di Wilt e oltre al documento cartaceo ci sono alcuni spezzoni di radiocronaca e le testimonianze di circa 6000 spettatori. Per esaltare ancor di più l’incredibile prova di Wilt ricordiamo che a quei tempi in NBA non c’era ancora il canestro da 3 punti. A fine stagione chiuderà con una media di 50.4 punti e 25.7 rimbalzi. Storie d’altri tempi, difese più morbide, direte voi, mille fattori differenti ma segnare 100 punti non è facile per nessuno anzi ci è andato vicino solo Kobe Bryant qualche anno fa, fermandosi però a quota 81.
Un record forse non voluto dallo stesso Wilt
L’autore di quel record prese sin da subito le distanze dal record appena registrato, quasi rammaricato per aver trapassato il il valore dello spirito sportivo: “Ho tirato troppo in quella partita. I miei compagni, soprattutto nell’ultimo periodo spingevano e mi passavano la palla per farmi arrivare a quota 100”. Nella foto che immortala Wilt con il foglietto dei punti segnati il cestista statunitense non sembra essere felicissimo per il record, anzi tutto il contrario.
Gara a senso unico contro una New York allo sbando
Molto probabilmente a Wilt sembrava quasi di infierire in modo poco elegante contro una squadra che a due giornate dal termine era ultima in classifica nel girone East, senza chance di playoffs e con solo 27 vittorie stagionali. Oltre ai numeri poco esaltanti si aggiunse l’indisponibilità del centro titolare Phil Jordon, fermo ai box ufficialmente per l’influenza ma in realtà a causa di una sbronza epica presa la sera prima. Chamberlain raggiunge quota 69 punti alla fine del terzo quarto e nell’ultimo atto il pubblico incita Philadelphia a passare la palla a Wilt, mentre New York al fine di evitare l’umiliazione decide di mantenere il possesso palla fino allo scadere dei 24 secondi e di commettere fallo sugli altri giocatori di Philadelphia per evitare che il pallone finisse nelle mani di Wilt. Alla fine la panchina di Frank McGuire rimase letteralmente vuota.